In Giappone il primo esperimento per far crescere un embrione ibrido uomo-animale

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di Lorenzo Mattia Nespoli

30 Luglio 2019

In Giappone il primo esperimento per far crescere un embrione ibrido uomo-animale
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Non nascondiamocelo: certe terminologie ed espressioni possono farci storcere il naso o farci pensare a qualcosa di strano o vagamente inquietante, forse perché toccano argomenti di cui poco o nulla siamo a conoscenza e che - in un primo momento - ci sembrano irrealizzabili. Se vi parlassimo di embrioni ibridi uomo-animale, probabilmente la reazione sarebbe quella descritta sopra. Tuttavia, occorre fare bene il punto della situazione, senza lasciarsi trasportare da opinioni troppo avventate. Specie perché si potrebbe trattare di ricerche molto utili per la nostra salute.

via Stanford Medicine

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Stanford Medicine

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Da decenni, il biologo giapponese specializzato in cellule staminali Hiromitsu Nakauchi porta avanti esperimenti e studi su questi particolari embrioni, con l'obiettivo di ricreare organi umani negli animali, in modo da poter salvare molte vite di pazienti in attesa di trapianto. Certo, detto così può sembrare incredibile, ma è proprio quello che Nakauchi e il suo team mira a ottenere. Un obiettivo che, allo stato attuale, deve fare i conti anche con molte controversie. Sono diversi i Paesi nel mondo che hanno limitato, messo al bando o tagliato i fondi a esperimenti di questo tipo, ritenuti eticamente scorretti. 

Il Giappone, tuttavia, ha di recente dato il via libera a queste ricerche, rendendo legale non solo il trapianto di embrioni ibridi in animali, ma anche portare a termine la loro crescita. Ed è proprio in quest'ultimo aspetto che consiste la novità. Mentre in passato sono già stati creati embrioni ibridi uomo-maiale o uomo-pecora, non era mai stato permesso che potessero svilupparsi.

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Pexels

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Nakauchi, tuttavia, è molto cauto sull'argomento. Secondo il biologo, creare organi umani è un traguardo ancora lontano. Per ora, gli scienziati si "limiteranno" a impiantare le cellule staminali di organi umani in roditori, modificati geneticamente perché non possano sviluppare quegli specifici organi, e monitorarli per vedere come gli animali crescano con le cellule di origine umana. Il problema è "incanalare" bene le cellule staminali perché sviluppino determinati organi e non finiscano in altri. Ciò significa, come ha spiegato lo stesso Nakauchi, che se i roditori svilupperanno percentuali troppo alte di cervello "umano", l'esperimento verrà subito interrotto

Gli esperimenti più recenti che gli scienziati stanno conducendo vanno proprio nella direzione di eliminare queste possibili problematiche. I biologi, in tal senso, si sono detti molto fiduciosi che studi del genere possano contribuire, in un futuro non lontano, ad aiutare nel concreto chi ne ha bisogno.

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