L'olio d'oliva può andare a male: ecco come riconoscere se è ancora buono

di Matteo Cicarelli

24 Settembre 2023

L'olio d'oliva può andare a male: ecco come riconoscere se è ancora buono
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Un ingrediente immancabile all'interno della dispensa di ogni individuo è l'olio d'oliva. Questo alimento è molto versatile, perché può essere utilizzato in preparazioni sia dolci che salate. Soprattutto per quest'ultime, può essere usato come condimento e in tal modo rende unici e inconfondibili i piatti. Ma può essere usato anche come tecnica di cottura, infatti, è solo grazie a esso che si possono realizzare delle fantastiche fritture.

Si ritiene che inoltre porti numerosi benefici per la salute. La maggior parte viene conservato all'interno della dispensa credendo che possa rimanere lì per lungo tempo, non ritenendo che possa andare a male. Per tali ragioni, quando si decide di utilizzare l'olio d'oliva si deve essere sicuri che sia ancora buono. Ecco quali sono i dettagli a cui fare attenzione.

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L'olio d'oliva ha una scadenza

L'olio d'oliva ha una scadenza

Roberta Sorge robertina/Wikimedia Commons

Si pensa che esistono degli alimenti che non deperiscano mai, ovvero che non hanno una data di scadenza. Solitamente, se si pensa all'olio di oliva difficilmente capita di leggere una data di scadenza. Anche perché in molti preferiscono acquistarlo direttamente dal produttore, piuttosto che al supermercato.

Inoltre, si tende sempre a consumare questo prodotto in un periodo di tempo abbastanza veloce, ma soprattutto ha una durata molto lunga. Nonostante ciò quando lo si usa si deve fare sempre molta attenzione, perché può irrancidire e andare a male. Ecco come riconoscere se è diventato rancido.

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La vista e l'olfatto sono fondamentali per capire se l'olio è rancido

La vista e l'olfatto sono fondamentali per capire se l'olio è rancido

Smabs Sputzer (1956-2017)/Flickr

Per comprendere quando scade si deve anche conoscere il modo in cui viene prodotto. L'olio, infatti, ha una durata specifica dal momento in cui è stato estratto e da quello in cui è stato imbottigliato. Le sue proprietà organolettiche si mantengono fino a 18 mesi dalla data di estrazione. Tuttavia in molti casi si può estendere la data di scadenza fino a tre anni, a discrezione del produttore.

La scadenza dei 18 mesi, quindi, non ha un valore tassativo ma solo di consiglio. La conservzione dell'olio dipende anche dal grado di purezza:

  • Olio filtrato: l'olio sottoposto a filtrazione ha una durata più lunga.
  • Olio grezzo: questo tipo di olio, dal sapore intenso e robusto, che contiene piccole particelle di olive e acqua, tende durare di meno.

Ma quindi come riconoscere se l'olio è buono ancora?

Quello ancora buono ha un colore tra il giallo e il verde, dorato e non ambrato o rossastro. La variazione di colore è un indicatore importante, perché significa che non è stato conservato correttamente o è stato esposto ai raggi solari. Anche l'olfatto ha un ruolo importante, perché se a naso è acido significa che non è buono.

Infine l'olio va assaggiato: un olio scaduto ha l'inconfondibile sapore rancido che lo rende incommestibile.

 

Come usare l'olio scaduto

Come usare l'olio scaduto

margenauer from Pixabay/Wikimedia Commons

L'olio andato a male non va assolutamente mangiato, e nemmeno utilizzato per le fritture. Però può essere usato per le pulizie di casa, per ravvivare il colore del legno. Per evitare che si deteriori velocemente, si dovrebbe mantenere in una dispensa chiusa al riparo sia dalla luce, sia da fonti di calore.

 

 

Dove smaltire l'olio scaduto

Se invece non si preferisce usarlo neanche per secondi fini, l'olio scaduto va smaltito secondo le regole locali: di norma l'olio andato a male va con gli oli esausti. In molte città esistono contenitori raccoglitori presenti in luoghi affollati, come i supermercati, ma in alternativa si può portare l'olio andato a male nell'isola ecologica più vicina.

L'olio non è tra gli alimenti più deperibili, ma è importante sapere che anche esso può scadere! 

 

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