In Europa diminuisce l'uso del carbone: nel 2019 sempre meno elettricità è prodotta da questa fonte

di Giuseppe Varriale

02 Settembre 2019

In Europa diminuisce l'uso del carbone: nel 2019 sempre meno elettricità è prodotta da questa fonte
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Il carbone è un combustibile fossile; la sua formazione risale a 345 milioni di anni fa, quando gli alberi giganti che popolavano la Terra morirono. La loro fine creò un'enorme quantità di legna che non venne degradata a causa dell'assenza di batteri specifici, ancora non sviluppati.

Rimasta sotterrata in un ambiente anaerobico, questa legna si trasformò appunto in carbone. Oggi sappiamo che si tratta di una delle sostanze più tossiche: la sua combustione produce infatti CO2, monossido di carbonio, anidride solforosa e ossidi di azoto.

via Sandbag.org

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Arnold Paul/Wikimedia

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Per la sua alta tossicità, gran parte dei governi ha dichiarato che, al più presto, smantellerà le centrali a carbone. Per quanto ciò sia ancora ben lontano dall'essere realizzato, alcuni dati sul primo semestre del 2019 risultano davvero rincuoranti. Infatti l'Europa ha diminuito la percentuale di energia elettrica realizzata grazie alle centrali di carbone di ben 19 punti.

Il primato va assegnato a Irlanda e Francia che hanno visto, nel semestre gennaio-giugno del 2019, un calo nella produzione di energia elettrica dal carbone, rispettivamente, del 79% e del 75% in confronto al 2018. Bene anche Regno Unito (- 65%), Spagna (-44%), Danimarca (-33%), Italia (-28%) e Germania (-22%). In questo modo l'Europa è riuscita a coprire il 44% della richiesta di elettricità con risorse rinnovabili: un altro record.

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Pxhere

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Tuttavia, i Paesi dell'Est Europa sono sembrati meno brillanti delle altre nazioni. Polonia e Grecia, i migliori della regione, hanno visto una diminuzione media dell'11%. In controtendenza, invece, Slovenia e Bulgaria, dove il consumo di carbone per la generazione elettrica è risultato in leggero aumento.

A bloccare questi Paesi è stato lo scarso impegno nell'utilizzo delle risorse rinnovabili: dei 17 GWh (17 milioni di chilowattora) di fotovoltaico ed eolico installati lo scorso anno in tutta Europa, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria hanno coperto solo il 5%. Il miglioramento, quindi, non sorride a tutti.

Anzi, come dichiarato dall'agenzia inglese Sandbag, questo rischia di essere solo momentaneo. Infatti, all'aumento delle rinnovabili non ha corrisposto la demolizione delle vecchie centrali di carbone. Ad ogni modo, il dato del primo semestre del 2019 risulta essere molto positivo. L'augurio è queste positività non si rivelino poi solo una enorme bolla di sapone.

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