Insonnia cronica: bastano 5 giorni per lasciare tracce permanenti nel nostro cervello, rileva uno studio

di Marta Mastrogiovanni

07 Giugno 2019

Insonnia cronica: bastano 5 giorni per lasciare tracce permanenti nel nostro cervello, rileva uno studio
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L'insonnia è sicuramente uno tra i più frequenti disturbi del sonno che affligge migliaia di persone in tutto il mondo. Si tratta di un disturbo molto noto, caratterizzato dall'incapacità di dormire nonostante il nostro organismo reclami le dovute ore di sonno di cui ha strettamente bisogno. Dormire è assolutamente indispensabile e quando vengono a mancare le condizioni necessarie per poter riposare bene, ecco che mettiamo a rischio la nostra salute.

Soffrire di insonnia, infatti, significa essere più inclini a sviluppare problemi di salute. Una ricerca, condotta da Chiara Cirelli della University of Wisconsin-Madison e Michele Bellesi dell’Università Politecnica delle Marche, ha dimostrato quali possono essere gli effetti devastanti che l'insonnia provoca al nostro organismo.

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Dalle loro ricerche è emerso che bastano solo 5 giorni di mancato sonno per provocare danni alla nostra struttura cerebrale: la cosiddetta mielina, la guaina che riveste le fibre nervose e che risulta indispensabile per la salute del nostro cervello, inizia ad assottigliarsi quando si vengono a creare queste condizioni.

Nello specifico, l'esperimento è stato condotto dapprima su un campione di topi che sono stati tenuti svegli per 4 giorni e mezzo — la riduzione del sonno, quindi, è stata circa del 70%; successivamente, prendendo in considerazione le stesse condizioni, sono state elaborate delle ipotesi su un uomo che di media dorme 7 ore a notte. "Se volessimo traslare questa limitazione del sonno a un uomo che dorma in media 7 ore a notte, significherebbe farlo dormire circa due ore per notte per 4 giorni e mezzo" ha spiegato il ricercatore.

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Quindi, sulla base di questo esperimento, è stata osservata una trasformazione nello spessore della mielina, la quale tende ad assottigliarsi. È stato ipotizzato lo stesso risultato anche nel caso in cui la privazione del sonno fosse meno intensa, ma più prolungata nel tempo. Come ha spiegato la ricercatrice Chiara Cirelli, “non sappiamo se il deficit di mielina permanga a lungo termine, ma lo studio, il primo di questo tipo, suggerisce che ci possono essere danni strutturali dovuti alla perdita di sonno anche in una struttura come la mielina, considerata di per sé molto stabile”.

Insomma, l'insonnia può giocare davvero brutti scherzi e per questo consigliamo a tutti coloro che ne soffrono di riprendere in mano la situazione e di rivolgersi ad un medico.

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