Una donna viene strattonata durante la maratona di Boston del 1967: ecco quale regola aveva infranto

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di Claudia Melucci

24 Gennaio 2018

Una donna viene strattonata durante la maratona di Boston del 1967: ecco quale regola aveva infranto
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La maratona di Boston è, insieme a quella di New York, uno dei più famosi appuntamenti sportivi americani. Incredibilmente, questa corsa è stata soggetta a folli discriminazioni di genere fino al 1972: le donne infatti, solo qualche decennio fa, non potevano parteciparvi. Era diffusa la credenza per cui correre per 42 chilometri avrebbe causato loro un collasso dell'utero. Sono state due le donne che hanno contribuito a far sì che le cose cambiassero e che la maratona venisse aperta a tutti, e che gli uomini e le donne potessero correre insieme.  

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Kathrine Switzer è il nome della prima donna in assoluto che corse la maratona di Boston ufficialmente, con indosso una pettorina della gara.

Kathrine Switzer è il nome della prima donna in assoluto che corse la maratona di Boston ufficialmente, con indosso una pettorina della gara.

Recuerdos de Pandora/Flickr

Riuscì ad ottenere la pettorina iscrivendosi con il nome di K. V. Switzer. Partecipò alla maratona del 1967, famosa proprio per i fatti avvenuti in seguito al suo 'smascheramento'. Aveva iniziato a correre indossando un paio di pantaloni grigi larghi, per nascondere le forme del suo corpo, ma ben presto gli atleti riconobbero in lei una donna e diffusero la notizia. 

Il direttore di gara la raggiunse gridandole "Esca fuori dalla mia gara!", sostenuto da alcuni partecipanti che cercarono di gettarla fuori dalla pista. Un evento che, per quanto non conforme alle regole della gara vigenti nel 1967, suscitò clamore per la brutalità con cui Kathrine Switzer venne assalita. 

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Molto meno di frequente però viene nominata Bobbi Gibb, la prima donna che, ancor prima di Kathrine Switzer, partecipò alla maratona.

Molto meno di frequente però viene nominata Bobbi Gibb, la prima donna che, ancor prima di Kathrine Switzer, partecipò alla maratona.

archive.defense.gov

Infatti Bobbi, Roberta Louise Gibb Bingay all'anagrafe, partecipò l'anno prima alla maratona, più o meno con le stesse modalità: anche lei si intrufolò nella gara di soppiatto, senza però correre con una pettorina. Ecco perché, anche dopo l'abolizione di tutte le esclusioni nei confronti delle donne, non venne riconosciuta come partecipante a differenza della collega Switzer. 

Bobbi Gibb aspettò l'esplosione del colpo di pistola che dava inizio alla corsa per uscire da un cespuglio con indosso dei vestiti per cui è divenuta celebre: era solita correre con un costume nero intero e un paio di bermuda appartenenti al fratello. 

Decise di partecipare alla maratona d'istinto, convinta però che non ci fosse motivo per cui le donne non dovessero parteciparvi. 

Come accade per Switzer, anche nella gara di Bobbi gli atleti si accorsero presto della sua presenza: tutti però si riunirono attorno a lei per sostenerla, per proteggerla da chi la voleva escludere, ed è grazie all'intervento di questi uomini che riuscì a portare a termine la gara. 

Senza dubbio queste due donne hanno seminato il seme del cambiamento: nel 1972 la maratona di Boston venne ufficialmente aperta anche alle donne, che parteciparono sempre più numerose, anno dopo anno. 

È grazie a queste due donne che oggi la maratona di Boston è aperta a tutti, e uomini e donne possono correre fianco a fianco senza competizione.

È grazie a queste due donne che oggi la maratona di Boston è aperta a tutti, e uomini e donne possono correre fianco a fianco senza competizione.

Tim Kelley/Flickr

Dobbiamo ricordarci che, molto spesso, ciò che appare normale al giorno d'oggi, come il poter partecipare ad una maratona, è frutto di atti di coraggio da parte di persone che hanno fatto qualcosa per poter vivere in un mondo migliore. Ecco perché tutti dovrebbero conoscere i nomi di Bobbi Gibb e Kathrine Switzer! 

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