Scoperta l'acqua su un pianeta a 110 anni luce di distanza da noi che potrebbe essere abitabile

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di Lorenzo Mattia Nespoli

12 Settembre 2019

Scoperta l'acqua su un pianeta a 110 anni luce di distanza da noi che potrebbe essere abitabile
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110 anni luce: questa è la distanza a cui potrebbe trovarsi un pianeta che, come la Terra, ospita l'acqua e potrebbe essere abitabile. Certo, non è proprio dietro l'angolo, visto che un solo anno luce corrisponde a 9461 miliardi di km, ma quella fatta dagli scienziati dell'University College di Londra rappresenta davvero una scoperta epocale.

La ricerca di altri mondi abitabili, infatti, è un tema affascinante e in continua evoluzione. In questo senso, arrivare alla conclusione che esiste un pianeta come quello di cui stiamo per parlarvi significa avere una conferma che habitat simili a quelli terrestri, nella vastità dell'universo, possono esistere per davvero. Scopriamo allora più da vicino le caratteristiche di questo gigante del cosmo.

via Forbes

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University College of London

University College of London

Lo hanno chiamato K2-18b e, oltre a essere lontanissimo dal nostro Pianeta, questo corpo celeste è anche molto più grande. Si stima, infatti, che sia due volte la Terra e che abbia otto volte la sua massa.

L'atmosfera e la temperatura, poi, sarebbero corrette per favorire la sopravvivenza della vita, ma ciò che più ha attirato l'attenzione degli scienziati inglesi è stata senza dubbio la presenza di vapore acqueo. Per esserne certi, è stato fondamentale l'impiego dei sofisticatissimi strumenti di cui dispone l'University College, grazie ai quali è stato possibile "tradurre" i dati del telescopio spaziale Hubble e quindi confermare che su K2-18b è presente il liquido vitale.

Il gigantesco pianeta, tuttavia, non è ancora visibile agli astronomi, che invece possono arrivare a osservare come la luce delle stelle viene filtrata attraverso la sua atmosfera, mentre transita intorno al proprio sole, chiamato K2-18. Già, perché, proprio come la Terra, anche K2-18b ha una stella attorno a cui orbita.

A differenza dei 365 giorni che noi impieghiamo per girargli intorno, però, a questo corpo celeste ne occorrono soltanto 33, segno evidente che è più vicino di quanto noi siamo al nostro Sole.

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NASA - Chris Gunn - James Webb Space Telescope/Wikimedia

NASA - Chris Gunn - James Webb Space Telescope/Wikimedia

La cosa che colpisce di più è che K2-18b è il primo pianeta scoperto al di fuori del Sistema solare a presentare caratteristiche idonee alla vita, proprio come acqua, temperatura e atmosfera. Il liquido, nello specifico, suggerisce che sopra di esso potrebbero esserci rocce o ghiacci.

Oltre alle somiglianze con la Terra, tuttavia, K2-18b ha anche qualche differenza. Il suo "sole" è infatti molto diverso dal nostro; l'intero pianeta è molto più grande e presenta una composizione atmosferica diversa da quella terrestre. E gli scienziati sono abbastanza sicuri che non si tratti dell'unico pianeta di questo genere al di fuori del nostro Sistema Solare.

Sarà interessante, allora, scoprire in un futuro non troppo lontano se K2-18b ospiti effettivamente la vita. Ciò potrebbe essere reso possibile dall'utilizzo di una nuova generazione di telescopi, come il James Webb Space Telescope, su cui gli astronomi fanno affidamento per una maggiore accuratezza. 

L'importanza di aver scoperto un mondo come questo, simile ma difficilmente raggiungibile, oltre all'ipotesi che possa favorire la vita, sta anche nel riportarci "coi piedi per terra" e nel ricordarci che il nostro è per ora l'unico pianeta che ci fa da casa, e lo sarà per molti anni ancora. Per questo è fondamentale prendersene cura.

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