Prime piante coltivate su un terreno lunare prelevato dagli astronauti nelle missioni di cinquant'anni fa

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di Francesca Argentati

19 Maggio 2022

Prime piante coltivate su un terreno lunare prelevato dagli astronauti nelle missioni di cinquant'anni fa
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Quante volte abbiamo immaginato di poter raggiungere il suolo lunare alla stregua degli astronauti, poter vedere coi nostri occhi l’ambiente extraterrestre e immaginato di poter vivere lì? Riprodurre ogni forma di vita, dalla flora alla fauna fino all’essere umano in un mondo tutto nuovo? Per ora a noi è concesso solo fantasticare, ma sembra che per quanto riguarda le piante non sia più così. 

Per la prima volta, infatti, gli scienziati sono riusciti a coltivarle su un terreno prelevato direttamente dalla Luna. 

via NPR

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Pixabay-Not the actual photo

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Proprio così: il suolo utilizzato per l’esperimento è quello raccolto durante le missioni spaziali Apollo 11, 12 e 17 di cinquant’anni fa.  

Il team dell’Università della Florida ha presentato uno studio, finanziato dalla NASA, dove viene descritto nel dettaglio questa inedita scoperta. 

I campioni di regolite lunare, lo strato roccioso che riveste la superficie del nostro satellite, sono quindi stati riportati sulla Terra dagli astronauti cinque decenni fa e ora sfruttati per cercare di coltivare delle vere e proprie piante.  

Gli scienziati Ferl, Elardo e Paul hanno usato campioni di suolo lunare grandi quanto un cucchiaino da tè e vi hanno piantato semi di Arabidopsis thaliana, conosciuta anche come thale cress, un’erbaccia fiorita di piccole dimensioni appartenente alla famiglia della senape

"Per prima cosa ci siamo posti la domanda se le piante possano crescere sulla regolite" ha spiegato Ferl. A quanto pare, la risposta è affermativa: i semi, infatti, dopo soli due giorni hanno dato vita a dei germogli.  

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È germogliato tutto. Non posso dirvi quanto siamo rimasti sbalorditi!” ha dichiarato l’autrice principale dello studio Anna-Lisa Paul.  

In ogni caso, le piante non si sono dimostrate forti e resistenti come quelle coltivate sul suolo terrestre, stando alla pigmentazione, alle radici striminzite e alle foglie secche. 

Il campione prelevato dall’Apollo 17 ha dato vita a piante più forti, mentre quelle nate dall’Apollo 11 hanno avuto maggiori difficoltà, dimostrando che la regolite più anziana è meno adatta alla coltivazione

Chissà quali risultati avrebbe prodotto l’esperimento su un terreno lunare più fresco e recente, e magari, direttamente in “sede”. Senza dubbio si tratta di una scoperta interessante che muove un primo passo verso la riproduzione della nostra natura in un ambiente extraterrestre.  

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