Plastica monouso: cosa cambia e a cosa dovremmo dire addio dopo l'introduzione delle norme UE

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di Claudia Melucci

06 Gennaio 2019

Plastica monouso: cosa cambia e a cosa dovremmo dire addio dopo l'introduzione delle norme UE
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Il nuovo anno inizia con una novità epocale: stop alle plastiche monouso, che si traduce nell'eliminazione dal mercato di alcuni prodotti di cui abbiamo sempre fatto uso. Epocale non tanto per il fatto che probabilmente non mangeremo più usando posate di plastica, ma perché si tratta di un provvedimento unico a livello globale. La direttiva europea che ha sancito questo cambiamento è il progetto più ambizioso in tutto il mondo, volto ad affrontare la questione dei rifiuti marini.

via arpat.toscana.it

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Per contrastare la dispersione di oggetti in plastica in mare, l'Unione Europea ha deciso di tagliare il problema alla fonte: fermare la distribuzione sul mercato di alcuni articoli e limitarne fortemente quella di altri prodotti. 

In particolare, sono 10 i beni in plastica oggetto della direttiva a cui dovremmo dire addio in toto o in parte, che sono quelli che più di frequente inondando spiagge e ambiente marini, finendo il più delle volte a minacciare la sopravvivenza di flora e fauna. 

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F. Kesselring, FKuR Willich/Wikimedia

F. Kesselring, FKuR Willich/Wikimedia

I consumatori europei saranno quindi leader mondiali nell'utilizzo di materiali alternativi alla plastica usa e getta, affrontando in maniera anticipata rispetto agli altri abitanti del globo la questione dell'inquinamento degli oceani. 

Le misure previste variano a seconda delle categorie di prodotto: quelle in plastica monouso saranno eliminati completamente dal mercato (è il caso di bastoncini di cotone, posate, piatti, piatti, aste per palloncini, mescolatori per bevande e cannucce), mentre altri beni di più difficile sostituzione subiranno comunque una forte limitazione nella distribuzione. 

Si tratta di un accordo politico provvisorio quello stipulato tra il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione, che dovrà essere a breve formalizzato: successivamente, tutti gli Stati Membri dovranno attenersi alle norme entro i due anni.

photolib.noaa.gov

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Un cambiamento che si spera segua le orme di quello che ha coinvolto di recente i sacchetti di plastica distribuiti in ambito orto-frutticolo e non solo: i consumatori hanno dimostrato di saper cambiare rapidamente le abitudini di consumo. Con il nuovo bando sulle plastiche usa e getta si spera inoltre di:

  • evitare l'immissione nell'atmosfera di 3,4 milioni di tonnellate di CO2
  • evitare danni ambientali per un totale di 22 miliardi di euro entro il 2030
  • far risparmiare ai consumatori un equivalente di 6,5 miliardi di euro.

La direttiva si presenta in simbiosi con un'altra proposta a favore di una bonifica dell'ambiente marino: prevede infatti l'installazione di impianti di raccolta portuali, al fine di assicurare che i rifiuti prodotti in mare, a bordo delle navi, tornino a terra per essere riciclati e trasformati direttamente nei porti. 

Tira aria di cambiamento nell'Unione Europea, e si spera davvero che stavolta un nobile progetto come quello di salvaguardare il pianeta trovi collaborazione tra tutti i cittadini.

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