Pochi conoscono chi sia quest'uomo, eppure ha cambiato la vita di 500.000 africani

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di Marco Renzi

24 Aprile 2016

Pochi conoscono chi sia quest'uomo, eppure ha cambiato la vita di 500.000 africani
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Padre Pedro Opeka ha visitato per la prima volta il Madagascar a 22 anni: a quel tempo, aveva appena iniziato il percorso sacerdotale. Le condizioni di estrema povertà in cui viveva la maggior parte della popolazione lo hanno scosso così tanto da convincerlo a voler passare lì il resto della sua vita a cercare di aiutare i più deboli.

Ha fondato l'Associazione Umanitaria Akamasoa, grazie alla quale più di 500.000 malgasci sono stati salvati. Per il suo impegno umanitario, il suo nome è stato posto tra i candidati al Premio Nobel per la Pace. 

via nuevamentes.net

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Padre Pedro, 67 anni e di origine slovena, ha lasciato la località di San Martin, in Argentina, per raggiungere il Madagascar. In molti lo considerano la versione maschile di Madre Teresa di Calcutta.

Padre Pedro, 67 anni e di origine slovena, ha lasciato la località di San Martin, in Argentina, per raggiungere il Madagascar. In molti lo considerano la versione maschile di Madre Teresa di Calcutta.

"Ogni uomo è mio fratello, perché non dovrei aiutarlo?", risponde così padre Pedro quando gli si chiede il motivo per cui ha lasciato la sua vita precedente e la famiglia. 

Ha iniziato la sua esperienza nel Madagascar nella città di Vangaindrano, sulla costa sud-est, per poi trasferirsi ad Antananarivo, nella capitale. 

Appena arrivato nel primo villaggio si è messo subito all'opera insieme agli altri preti che lo accompagnavano, piantando riso per sfamare la popolazione. Poi si dedicò alle strutture sanitarie, alla costruzione di scuole e infine fondò una cooperativa di agricoltori. 

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La sua dedizione alla causa umanitaria del Madagascar non è diminuita neanche nel 1989, quando si ammalò gravemente di malaria e di un'infezione parassitaria.

La sua dedizione alla causa umanitaria del Madagascar non è diminuita neanche nel 1989, quando si ammalò gravemente di malaria e di un'infezione parassitaria.

"Quando sono arrivato qui, non ho conosciuto la povertà: ho visto la vera miseria. Ho visto partorire donne nella spazzatura, persone morire di freddo, madri uccidere i loro figli. È difficile trovare un modo per aiutare queste persone". 

Padre Pedro ha creato una piccola area di gioco, in cui i bambini potevano intrattenersi il pomeriggio: un ottimo momento per educare i piccoli e giocare con loro. 

Essendo un uomo bianco, non è stato facile inserirsi nella comunità: la passione per il calcio, condivisa con gli abitanti del villaggio, lo ha aiutato enormemente.

Essendo un uomo bianco, non è stato facile inserirsi nella comunità: la passione per il calcio, condivisa con gli abitanti del villaggio, lo ha aiutato enormemente.

Si è poi occupato dei giovani disoccupati. Suo padre era muratore e da lui ha ereditato una visione molto pratica della vita. Dovunque posasse gli occhi vedeva lavoro da sbrigare e giovani da impiegare.

Fu così che una montagna di granito diventò una cava di estrazione di materiali di costruzione. 

Un altro grande problema erano le abitazione della popolazione. Molti vivevano in capanne fatte di fango o di materiale recuperato dalle discariche.

Un altro grande problema erano le abitazione della popolazione. Molti vivevano in capanne fatte di fango o di materiale recuperato dalle discariche.

Padre Pedro insegnò agli abitanti le tecniche di costruzione, ed insieme a loro mise in piedi delle piccole case in cui poter vivere. L'aspetto del luogo cambiava di mese in mese, con un nuovo asilo, scuole elementari e medie, uffici e laboratori. Allo stesso tempo, venivano creati posti di lavoro. 

Dal suo arrivo sono nati cinque villaggi in cui vivono oggi più di 17.000 persone. Nelle scuole che padre Pedro ha costruito studiano 9.500 bambini, e più di 3.500 persone sono state impiegate nelle attività che ha creato. 

Il mondo ha decisamente bisogno di più persone come padre Pedro!

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