Ricercatori analizzano il DNA di una “gomma da masticare” di 10 mila anni fa: a cosa serviva?

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di Gianmarco Bonomo

02 Febbraio 2024

Ricercatori analizzano il DNA di una “gomma da masticare” di 10 mila anni fa: a cosa serviva?
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L’abitudine di masticare gomme, o sostanze simili, non è certo una tendenza moderna, ma affonda le sue radici nel nostro passato preistorico. Studiando le "chewing gum" dell’antichità in modo scientifico, è tuttavia possibile ottenere molte più informazioni sullo stile di vita di migliaia di anni fa. Proprio questo è lo scopo di una ricerca recente condotta su una resina masticata dai nostri antenati, con risultati sorprendenti. Vediamo cos’hanno scoperto.

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Una “gomma da masticare” di quasi 10 mila anni fa

Una “gomma da masticare” di quasi 10 mila anni fa

Wilde Natur/Wikimedia Commons - CC BY-SA 2.0 DE DEED

Siamo nell’isola di Orust, nella Svezia meridionale, e per la precisione nel sito archeologico di Huseby Klev. Qui, insieme a strumenti in pietra come asce e punte di freccia, gli archeologi hanno ritrovato anche resina di betulla utilizzata come vera e propria “gomma da masticare”. Una chewing gum vecchia di quasi 10 mila anni, masticata da alcuni adolescenti il cui scopo era usare la resina come colla. Il gruppo di ricerca internazionale che studia il sito archeologico ha analizzato il DNA contenuto in questa resina, e con dei risultati davvero sorprendenti. L’analisi ha rilevato infatti la presenza di piante e animali masticate dagli individui in precedenza, nonché una condizione dentale compatibile con la parodontite.

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Cos’hanno trovato i ricercatori nella chewing gum preistorica

Cos’hanno trovato i ricercatori nella chewing gum preistorica

Verner Alexandersen/Stokholm University

Per riuscire a ottenere informazioni da quello che, per un occhio qualunque, sarebbe solo un pezzo di resina masticata e indurita, i ricercatori hanno fatto ricorso alla metagenomica. Si tratta di una tecnica che permette di analizzare l’insieme di geni contenuti in particolari campioni. Gli esperti, guidati dal dott. Andrés Aravena e dalla dott.ssa Emrah Kırdök, hanno quindi potuto ricostruire la vita di un gruppo di giovani cacciatori-raccoglitori, attivi nella Scandinavia di quasi 10 mila anni fa. Queste le parole del prof. Anders Götherström, responsabile del progetto:

Penso che sia sorprendente. Ci sono altri metodi ben consolidati per capire quale alimentazione e dieta si collegano all’età della pietra, ma qui sappiamo che questi adolescenti mangiavano cervi, trote e nocciole 9700 anni fa sulla costa occidentale della Scandinavia, mentre almeno uno di loro aveva gravi problemi ai denti.

Insomma, che fosse per creare colla o magari per il semplice atto di masticare qualcosa, adolescenti preistorici avevano delle “gomme da masticare”. Ed è grazie a loro se adesso sappiamo cosa mangiavano e come stavano.

Un’abitudine preistorica: gomme da masticare di betulla

Un’abitudine preistorica: gomme da masticare di betulla

Tom Björklund/Facebook

Le “gomme da masticare” ritrovate in Svezia non sono le uniche che risalgono alla preistoria, né le uniche rinvenute in Scandinavia. Una chewing gum, ricavata sempre dalla resina di betulla, è stata ritrovata in Danimarca e risale a quasi 6 mila anni fa. Si tratta, in pratica, di un’abitudine che interessava tutta l’area e che ha perdurato nel tempo. Ma non è tutto qui: questa resina contiene abbastanza DNA da permettere la ricostruzione dell’intero genoma dell’essere umano che l’ha masticata. I ricercatori hanno quindi ricostruito la figura di una ragazza, con pelle scura e capelli scuri, ma occhi azzurri, geneticamente più legata ai popoli che abitavano il Belgio. Come avvenuto per Huseby Klev, anche in questo caso il gruppo di studio ha rinvenuto microbi che vivevano nella bocca della donna, inclusi batteri legati a malattie della gengiva.

Insomma, scoperte come questa dimostrano come non esista un “cattivo” reperto archeologico, ma che ogni testimonianza può diventare un tesoro di informazioni. Grazie a dei pezzi di resina, gomme da masticare della preistoria, adesso sappiamo cosa mangiavano i nostri antenati e da quali condizioni erano affetti. Una vera e propria finestra sul passato, e su un’abitudine viva ancora oggi.

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