Avere figli rende davvero felici, oppure no? La scienza prova a rispondere

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di Gianmarco Bonomo

09 Dicembre 2023

Avere figli rende davvero felici, oppure no? La scienza prova a rispondere
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La società spesso dipinge un quadro molto lineare su quello che potrebbe essere un percorso di vita felice: si nasce, si cresce, si trova lavoro, si crea una famiglia, si crescono dei figli, e così via. Tuttavia, diverse ricerche stanno mettendo in discussione questo schema, specialmente in relazione alla felicità degli adulti senza figli. In questo articolo, vedremo alcuni studi recenti sulla soddisfazione di vita di chi ha scelto di non fare figli.

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Vivere senza figli vuol dire vivere con i rimpianti?

Vivere senza figli vuol dire vivere con i rimpianti?

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Secondo uno studio condotto dalla Michigan State University, circa un adulto su cinque nel Michigan ha consapevolmente scelto di non avere figli. Si tratta di una decisione che, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, si forma spesso nei primi anni fertili. Per essere precisi, il 20,94% della popolazione adulta dello stato americano si identifica come senza figli, con diverse ragioni alla base. Dai dati della ricerca, inoltre, gli individui più inclini a non avere figli sono gli uomini, le persone adulte bianche, chi è sempre stato single e le persone LGBTQIA.

Andando al grado di soddisfazione degli adulti senza figli, lo studio evidenzia una scarsa diffusione di emozioni come il rimpianto. Anzi, la percentuale sarebbe la stessa degli adulti che hanno avuto figli. Inoltre, i genitori sentono una maggiore empatia verso altri genitori rispetto alle persone senza figli. Si tratta di uno studio che inizia a scardinare un mito antico, quello secondo cui ci si realizza soltanto dopo aver messo al mondo un’altra vita. Ma si tratta di una ricerca molto localizzata, limitata allo stato del Michigan, che avrà bisogno di studi simili che ne sappiano ampliare la portata.

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Davvero avere un figlio rende più felici?

Davvero avere un figlio rende più felici?

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Andando più nel particolare, il dibattito sulla relazione tra felicità e genitorialità è molto complesso. Una ricerca ha voluto analizzare il grado di felicità delle donne anziane che non hanno avuto figli senza figli, riportando risultati particolarmente significativi. Lo studio ha infatti riscontrato un elevato senso di identità e individualità, stabilità economica e meno stress, maggiore soddisfazione nel matrimonio. Anche gli uomini senza figli, benché non abbiano costituito il focus principale dello studio, hanno mostrato una maggiore soddisfazione. I ricercatori hanno comunque riconosciuto come il grado di soddisfazione possa diminuire nella vecchiaia.

Lo studio non nega che la genitorialità possa portare a felicità e gioia, o anche a trovare un senso più profondo alla propria vita. Si tratta tuttavia di una scelta che presenta molte sfide, in una tendenza che può essere definita come “paradosso della genitorialità”. Ma dove starebbe il paradosso? Nella contrapposizione fra la felicità dovuta all’avere dei figli e la diminuzione del benessere riscontrata soprattutto nelle donne eterosessuali. E qui si inseriscono le ragioni dovute a una società fondata su basi patriarcali, che demandano alla donna la cura della prole. Secondo la ricerca, quindi, la felicità viene influenzata da diversi fattori: la scelta di non avere figli è uno di questi e può indicare una certa soddisfazione nella vita. Non è l’unico però.

Essere genitori per essere felici, o essere felici per essere genitori

Essere genitori per essere felici, o essere felici per essere genitori

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La chiave per la felicità sembra essere, per i ricercatori, un maggiore controllo sulla propria decisione di avere o non avere dei figli. Uno studio condotto nel Regno Unito su donne che desideravano avere figli ma non potevano ha rivelato che il loro grado di benessere non era poi così diverso da quello del resto della popolazione. Certo, alcune hanno sperimentato un processo di crescita dopo il trauma, ma si tratta di dinamiche molto complesse che vanno affrontate rispettando questa complessità.

D’altronde, anche gli uomini che vorrebbero avere dei figli ma non possono provano tristezza e insoddisfazione, emozioni che tendono a diminuire con l’età. Diventa importante, a questo proposito, la capacità di ridefinire la propria identità al di fuori della genitorialità. Nelle diverse ricerche che abbiamo visto, le indagini hanno interessato soltanto alcuni gruppi di persone o soltanto alcune aree geografiche. Si tratta di limiti necessari dato lo scopo degli studi, ma che andranno superati o quantomeno compensati. D’altronde, diventare genitori è una scelta importante che interessa dinamiche molto diverse fra loro. Queste ragioni possono anche non avere a che fare con la felicità, in senso stretto, ma con la sensazione di rappresentare qualcosa, per se stessi e per gli altri.

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