Cosa succede al nostro cervello quando il cuore smette di battere? Uno studio ce lo rivela

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di Francesca Argentati

02 Agosto 2022

Cosa succede al nostro cervello quando il cuore smette di battere? Uno studio ce lo rivela
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Cosa accade nel momento in cui il nostro cuore smette di battere? Una domanda dalle mille ipotesi e nessuna risposta certa, almeno fino a questa ricerca. Tutti vorremmo sapere cosa ci aspetta quando il nostro corpo si sta spegnendo, ma nessuno può raccontarci cosa si prova nell'attimo in cui veniamo a mancare. La scienza, però, può darcene finalmente un'idea grazie a una scoperta casuale: i medici hanno registrato le attività cerebrali in un paziente durante e dopo la cessione delle funzioni cardiache, ottenendo informazioni del tutto inedite e sorprendenti. 

via The Mirror

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Pixabay-Not the actual photo

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Tutto è cominciato con il ricovero, in una struttura ospedaliera dell'Estonia, di un uomo di 87 anni a seguito di una caduta. L'episodio ha scatenato nel paziente crisi epilettiche, così il dottor Raul Vicente dell'Università di Tartu e il suo team hanno monitorato le crisi tramite l'elettroencefalografia continua. Durante la EEG, però, l'uomo ha subito un arresto cardiaco ed è spirato.

Il fenomeno ha permesso agli specialisti di registrare, a quanto sembra per la prima volta nella storia della medicina, l'attività di un cervello umano mentre il corpo si sta spegnendo. Da tempo si sente parlare di esperienze durante le quali le persone, a un passo dal venire a mancare, rivedono le proprie vite attraverso dei flash back, testimonianze che non sono mai state dimostrate e che hanno favorito la perplessità degli neuroscienziati.

Nel 2017, uno studio psicologico evidenziò che chi aveva sperimentato questi momenti non visualizzava i ricordi in ordine cronologico, ma casuale.

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Questa ricerca, invece, ha studiato le cause neurologiche del fenomeno e ha spiegato che il nostro cervello può restare attivo e funzionante anche quando il cuore ha smesso di battere.

Ad avviare lo studio è stato il dottor Ajmal Zemmar, neurochirurgo dell'Università di Louisville: "Abbiamo misurato 900 secondi di attività cerebrale nel momento della transizione e stabilito un focus specifico per indagare su cosa è successo nei 30 secondi prima e dopo che il cuore ha smesso di battere" ha dichiarato. "In quei frangenti abbiamo visto cambiamenti in una specifica banda di oscillazioni neurali, le cosiddette oscillazioni gamma, ma anche in altre come oscillazioni delta, theta, alfa e beta."

Le onde cerebrali in questione sono le stesse presenti in un cervello vivo, mentre le oscillazioni come la gamma si verificano in stati di profonda concentrazione, come ad esempio i ricordi, il sogno, l'elaborazione delle informazioni e la meditazione.

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"Attraverso la generazione di oscillazioni coinvolte nel recupero della memoria, il cervello potrebbe riprodurre un ultimo ricordo di importanti eventi della vita appena prima che il nostro corpo ci abbandoni, simili a quelli riportati nelle esperienze raccontate da molte persone" ha spiegato Zemmar, concludendo con un'importante considerazione: "Questi risultati sfidano la nostra comprensione su quale sia esattamente il momento in cui la vita finisce e, di conseguenza, si generano domande fondamentali relative all'esportazione degli organi per la donazione."

Lo studio è il primo a misurare l'attività cerebrale negli umani durante la scomparsa, ma variazioni nelle oscillazioni gamma nella stessa fase erano state riscontrate in precedenza nei ratti.

Zemmar e colleghi si augurano che questa inedita ricerca possa dar vita a ulteriori studi e approfondimenti: "Anche se i nostri cari chiudono gli occhi e sono pronti a lasciarci, il loro cervello potrebbe rivedere alcuni dei momenti più belli che hanno vissuto nella loro vita."

Una straordinaria scoperta, non trovi?

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