Gli scienziati ricreano in laboratorio un profumo di 3000 anni fa: un vero viaggio nel tempo

di Matteo Cicarelli

03 Agosto 2022

Gli scienziati ricreano in laboratorio un profumo di 3000 anni fa: un vero viaggio nel tempo
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Il mondo antico è ricco di scienziate il cui nome spesso viene lasciato cadere nel dimenticatoio, ma la leggenda di Tapputi, la prima donna chimica della Mesopotamia, è di nuovo attuale grazie alla scoperta di un team di ricercatori. Le sue celebri essenze potranno essere odorate nuovamente. 

La studiosa si cimentava nella creazione di profumi, trascrivendo poi la formula su delle tavolette. Circa 3200 anni dopo, un gruppo di esperti, tra scienziati e archeologi, è riuscito a recuperare e tradurre le iscrizioni. Il loro obiettivo era riprodurre in laboratorio questa antichissima fragranza.

via arkeonews.net

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Osama Shukir Muhammed Amin - Wikimedia Commons - not the actual photo

Osama Shukir Muhammed Amin - Wikimedia Commons - not the actual photo

Le tavolette sono state rinvenute durante degli scavi in Turchia meridionale, anticamente parte integrante della Mesopotamia babilonese. I testi, datati 1200 a.C. e scritti in caratteri cuneiformi, sono stati tradotti quasi interamente dagli studiosi. Fortunatamente, si conoscono molti termini di questa lingua, il che ha reso possibile riprodurre la fragranza dell'epoca.

Oltre alle ricette per riprodurre i profumi, le tavolette riportano il nome per intero dell'autrice Tapputi Belatekallim, ovvero "donna che sorveglia il palazzo", ma soprattutto la descrivono come una chimica esperta nella produzione di raffinati profumi mesopotamici.

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Pexels

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Tapputi ha descritto nel dettaglio ogni passaggio da compiere per poter riprodurre i suoi profumi. Per realizzare questo aroma la donna mescolava insieme diversi tipi di fiorispezie, olio, balsamo, rafano, acqua e vari solventi. Dopodiché, distillava e filtrava il tutto. La complessità di questo progetto non si trova solo nella traduzione, ma molti ingredienti avevano un nome differente rispetto a quello odierno. L'elemento, infatti, che desta più perplessità è la "nave Hirsu", tuttavia si presume che tale nome identifichi un vaso da utilizzare nel processo di distillazione.

I ricercatori, nonostante le difficoltà, sono riusciti a compiere un vero e proprio tuffo nel passato, ricreando gli stessi aromi che odoravano gli antichi babilonesi.

Chissà quali fragranze sprigionerà questo profumo?

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