Addormentarsi durante il pomeriggio: fa bene oppure no? Aspetti positivi e negativi del "napping"

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di Francesca Argentati

06 Marzo 2022

Addormentarsi durante il pomeriggio: fa bene oppure no? Aspetti positivi e negativi del "napping"
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La sonnolenza e quel senso di torpore che ci invoglia a dormire non ci colgono soltanto la sera, quando è il momento di andare a dormire. Al contrario, spesso e volentieri la voglia di chiudere gli occhi e fare un pisolino sopraggiunge in altri momenti della giornata, specialmente dopo il pranzo: questo è probabilmente dovuto alla digestione, unita alla stanchezza fisica e mentale per le attività svolte durante la mattinata.

Ma la vera domanda è: dormire negli orari pomeridiani apporta dei reali benefici oppure è sconsigliato?

via Web Medically Reviewed

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La risposta è soggettiva: se alcuni si sentono meglio dopo la pennichella post pranzo, altri ne risentono per il resto della giornata e persino durante la notte. Gli scienziati non hanno ancora fornito una risposta esatta, ma sulla base di alcune ricerche, come quella sul power nap, il breve riposo pomeridiano ha diversi aspetti positivi.

La prima a trarne giovamento, è la memoria: una breve pausa dedicata al sonno aiuta la concentrazione e la creatività, una vera manna per la mente che deve affrontare ancora diverse ore di lavoro prima di concedersi il riposo notturno.

Anche l’umore migliora dopo una piccola sessione di sonno, o anche semplicemente di relax: trascorrere un’ora sdraiati prima di riprendere le normali attività, aiuta a riacquistare lucidità e positività.

Il napping, vale a dire “sonnecchiare”, riduce lo stress quando si è sotto pressione: dopo il piccolo riposo, infatti, la pressione sanguigna si abbassa e il corpo è decisamente più rilassato.

Per trarre dei veri vantaggi dal sonnellino diurno, l’importante è rispettare alcuni accorgimenti e seguire dei semplici consigli.

Subito dopo il pranzo, un pisolino di soli venti minuti è efficace per eliminare quella sensazione di pesantezza che colpisce le palpebre e ci invoglia a chiudere gli occhi: via libera quindi alla sosta, ma col cronometro.

Più a lungo si riposa durante il giorno, infatti, più alta è la probabilità del conseguente stordimento tipico dell’”inerzia da sonno”: riprendere il lavoro, in questo modo, risulterebbe molto faticoso!

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L’orario ideale sembra quello compreso fra le 14 e le 15, quando si verifica un naturale calo della concentrazione. Se a questo si unisce un po’ di attività fisica leggera durante la sera, anche la qualità del sonno notturno ne gioverà.

Se si supera la soglia della mezz’ora di riposo, il rischio è quello di sprofondare nella fase REM, quindi nel sonno profondo e di percepire una maggiore stanchezza al risveglio.

Nel caso in cui si soffra di insonnia, sarebbe meglio evitare di appisolarsi dopo il pranzo: il fisico potrebbe confondere la pausa con un ristoro notturno e riproporre il problema all’arrivo del buio.

Inoltre, prima di sdraiarsi dopo aver pranzato, è consigliabile attendere almeno mezz’ora per non affaticare il processo di digestione con conseguente nausea e gonfiore di stomaco.

Insomma, via libera alla siesta del primo pomeriggio, ma con parsimonia: seguendo questi consigli con accortezza, corpo e mente ne trarranno grandi benefici.

Come sempre vi ricordiamo che le notizie riportate in questo articolo sono di natura generica e sono pubblicate puramente per uno scopo divulgativo. Non possono sostituire in nessun caso il parere di uno specialista.

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