Le madri casalinghe hanno più difficoltà rispetto a quelle che lavorano: i dati del sondaggio

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di Francesca Argentati

15 Febbraio 2022

Le madri casalinghe hanno più difficoltà rispetto a quelle che lavorano: i dati del sondaggio
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Quando in una coppia arrivano dei figli, è senza dubbio una grande gioia: la famiglia che si allarga, il profumo di bambino in giro per casa, l’esperienza entusiasmante di diventare genitori. Per le donne però rappresenta anche, spesso, il momento di scegliere: continuare a lavorare oppure essere una mamma a tempo pieno?

Si è discusso a lungo su quale sia la soluzione migliore e ovviamente la decisione spetta alle singole donne, in base alle personali situazioni e alle proprie necessità.

Secondo un sondaggio, però, le donne che scelgono di essere madri casalinghe lavorano più duramente rispetto a quelle in carriera.

via The healthy mommy

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Seppure in molti possano pensare che non doversi dividere tra il lavoro fuori casa e il ruolo di genitore sia più semplice e meno impegnativo, sembra che non sia così: fermo restando che entrambi i casi presentano di certo delle difficoltà, la ricerca condotta da Aveeno Baby su un campione di 1500 genitori dimostra che a vincere la medaglia di “mamma più affaticata” è quella casalinga.

I dati riportati dal sondaggio indicano che il 31% degli intervistati sostengono che rimanere a casa con i figli è decisamente più duro che rientrare al lavoro, il 55% concorda sul fatto che avere dei bambini è un lavoro impegnativo nonostante gli aiuti esterni, mentre un 20% confessa che essere genitori è davvero difficile. Per questo motivo, i partecipanti hanno ammesso di non giudicare più le persone che scelgono di restare a casa dopo aver avuto un figlio.

Eh già: le donne casalinghe si dedicano alla cura dei figli senza sosta, e per quanto sia bellissimo poter trascorrere gran parte del tempo con loro, è senza dubbio un impegno gravoso.

Tra le ragioni per cui le mamme “stay at home” battono quelle lavoratrici in termini di difficoltà, c’è sicuramente lo stipendio: le madri casalinghe infatti, nonostante lavorino no-stop, non percepiscono alcun compenso. Inoltre, se desiderassero rientrare nel mondo del lavoro dopo un certo periodo di tempo, dovrebbero fare i conti con i pregiudizi dei potenziali datori rilevati in questo studio. Pare infatti che non sia visto di buon occhio interrompere la carriera per prendersi cura dei figli a tempo pieno.

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Inoltre, non possono concedersi pause durante la giornata: in qualità di unico genitore presente in casa, l’attenzione verso i figli deve essere al massimo in ogni momento, mentre contemporaneamente si svolgono le faccende domestiche. Se poi qualcosa dovesse andare storto, saranno le sole a essere colpevolizzate per l’accaduto: in quanto unico supervisore, la mamma casalinga è ritenuta l’incaricata responsabile del benessere dei bambini.

C’è poi la questione dell’isolamento sociale: secondo alcuni studi, le mamme che trascorrono tutto il loro tempo coi propri figli provano un profondo senso di colpa quando hanno la possibilità di affidarli a qualcun altro, per esempio durante i week-end. Questo può causare un disagio nella donna, che rischia di identificarsi unicamente come madre e non più come persona.

Riflettere su questi aspetti, al di là di qualunque sondaggio e pregiudizio, aiuta a capire che il meraviglioso e oneroso mestiere del genitore è complesso in ogni caso, sia per le donne che scelgono di dividersi tra maternità e professione che per coloro che si dedicano ai figli e alla cura della casa.

Siete d’accordo?

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