Da rifiuti plastici a proteine commestibili: due scienziati sviluppano un "generatore di cibo"

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di Lorenzo Mattia Nespoli

01 Agosto 2021

Da rifiuti plastici a proteine commestibili: due scienziati sviluppano un "generatore di cibo"
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Che il nostro Pianeta abbia un problema di materie plastiche in eccesso è ormai cosa nota. La situazione che riguarda i rifiuti di questi materiali e l'inquinamento che, ogni giorno di più, provocano ai nostri ecosistemi, è a dir poco seria, e non certo da sottovalutare. Soluzioni definitive, purtroppo, al momento non ce ne sono, anche se non è raro che dal mondo della scienza arrivino delle innovazioni promettenti e potenzialmente molto utili, proprio come quella di cui vi stiamo per parlare.

Dalla plastica a proteine commestibili: è del tutto normale che una frase così possa suonare un po' strana, anche se è proprio quello che fa il "generatore di cibo" presentato dagli scienziati dell'Università dell'Illinois Urana-Champaign e da quelli della Michigan Technological University. Dai rifiuti a qualcosa di così utile da essere nutrimento: scopriamolo più da vicino.

via Prnewswire.com

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Michigan Tech

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L'invenzione del "food generator", per Ting Lu e Stephen Techtmann, ha significato vincere il Future Insight Prize per l'anno 2021. Un premio da circa 1 milione di euro che devono proprio alla loro creazione. Questo "generatore", in realtà, è un processo attraverso il quale i due studiosi sono riusciti a ottenere quello che volevano a tutti i costi: convertire rifiuti plastici in cibo. Attraverso una combinazione di sostanze chimiche ed elevato calore (pirolisi), Lu e Techtmann hanno prodotto polvere proteica e lubrificanti, nell'ottica di un sistema che, in futuro, potrebbe essere fruibile da tutti.

Tale sistema prevede il deposito dei rifiuti plastici o di biomassa non commestibile in una fessura. Da lì, gli scarti entrerebbero in appositi reattori di lavorazione, che utilizzano la potenza del calore per scomporli. Una volta fatto, il primo prodotto viene "dato in pasto" a dei batteri, che si nutrono di esso. Sono proprio questi microrganismi a ricavare dai rifiuti qualcosa di commestibile e positivo per l'uomo. Quello che risulta dal processo, stando a quanto hanno riferito gli scienziati, "contiene tutta la nutrizione necessaria, non è tossico, fornisce benefici per la salute e può essere personalizzato a seconda di chi lo assume".

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Il progetto, finanziato anche grazie a un accordo di cooperazione con la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), vede ora una sperimentazione su vari tipi di materiali plastici, volta a scoprire quale sia la dimensione ottimale delle particelle da utilizzare per la trasformazione e, allo stesso tempo, ridurre il consumo di energia.

Una semplice bottiglia di plastica, dunque, potrebbe, grazie a questo procedimento e all'azione dei microbi, diventare qualcosa di utile e nutriente per la salute. Non è difficile immaginare quali e quante implicazioni positive potrebbe avere tutto ciò sui tanti problemi ambientali e nutritivi che il mondo, oggi, si trova ad affrontare.

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