Giappone: il governo raccomanda alle aziende la settimana lavorativa di 4 giorni

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di Lorenzo Mattia Nespoli

25 Giugno 2021

Giappone: il governo raccomanda alle aziende la settimana lavorativa di 4 giorni

Non è la prima volta che si parla di settimane lavorative di quattro giorni e orari ridotti. In diversi Paesi del mondo, tra promesse, propositi e smentite, il tema è sempre più sentito non solo nell'opinione pubblica, ma anche tra chi governa e ovviamente tra chi lavora.

Anche il Giappone, Paese dove la realtà lavorativa è spesso fatta di situazioni pressanti e stressanti, che spesso conducono i dipendenti a problemi di natura psichica e personale, lavorare di meno si sta configurando sempre più come una necessità da considerare con urgenza. Tanto è vero che lo stesso governo nipponico sta intervenendo in modo deciso in questo senso.

via DW.com

Pxhere

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Il presupposto è abbastanza semplice: lavorare meno ore e meno giorni non deve sembrare un pretesto per fare di meno. Al contrario: è una strategia in grado di garantire una maggiore produttività. È su questo che si basano le voci favorevoli a misure del genere, che ovviamente tengono conto anche dell'equilibrio tra vita privata e lavorativa. Due sfere che, specie in un Paese come il Giappone, troppo spesso sono sbilanciate in favore della seconda.

Quattro giorni di lavoro a settimana, dunque, sono la raccomandazione che l'esecutivo del Paese del Sol Levante sta facendo a molte aziende, affinché consentano ai loro dipendenti di optare per questa suddivisione del tempo. Consigli importanti, soprattutto perché provengono dalle massime cariche statali, che li hanno espressi chiaramente nelle loro linee-guida di politica economica.

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Weekend lunghi e attenzione ai bisogni privati e personali dei lavoratori. Posizioni che, per il Giappone, possono suonare piuttosto inconsuete, visto che, come detto, la cultura di questo Paese è stata sempre centrata su una dedizione esemplare, quasi totale, alla sfera lavorativa.

Con questi nuovi propositi, il governo giapponese mira anche a contrastare il brusco calo della natalità, proprio perché la settimana lavorativa corta consentirebbe a più persone di dedicarsi alla famiglia e a tutto ciò che rientra nell'ambito privato. Senza contare che un giorno in più di tempo libero potrebbe aiutare l'economia, con più persone libere di uscire e dunque spendere. Non resta che vedere, ora, se le aziende decideranno di seguire le linee-guida dell'esecutivo. Di certo c'è da augurarselo per i lavoratori giapponesi, e non solo.