Il papà di un bambino trans di 4 anni: "Lo sapevo fin da quando aveva 2 anni"

di Irene Grazia Paladino

23 Maggio 2021

Il papà di un bambino trans di 4 anni: "Lo sapevo fin da quando aveva 2 anni"
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Esiste un’età in cui si capisce di non appartenere al genere che ci è stato “biologicamente assegnato”? Esiste l’età giusta in cui scegliere di diventare la persona che si sente di essere? Questa storia ci dimostra che non c’è un’età giusta e che, quando si sente una necessità forte, non c’è nulla di troppo prematuro. Matthew Stubbings è il papà del figlio transgender più giovane della Gran Bretagna e vuole raccontare la sua storia con la speranza di essere d’aiuto a tutti i genitori.

via Mirror

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Daily Mail

Matthew ha avuto una figlia e, quando la piccola aveva già due anni, il papà sapeva che un giorno sarebbe diventata un bimbo trans e avrebbe scelto di identificarsi con il genere maschile. La bimba non si è mai identificata come femmina: a soli due anni la piccola ha detto di essere un maschio e non una femmina e ha espresso il desiderio di vivere “come fanno i maschi”: ha sempre odiato avere le trecce, i vestitini e le scarpe carine. I genitori hanno scelto di sostenere e supportare la decisione del figlio, Stormy, in tutto e per tutto.

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Not the actual photo - Daiga Ellaby Unsplash

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Ma non tutti gli adulti sembrano capire e condividere la posizione del padre, che è stato criticato per permettere al figlio di essere un bimbo transgender già all’età di 4 anni. Non concepiscono come la bimba – perché continuano a dargli nomi che lo identificano con il genere femminile – si senta un maschio e sia felice di vivere una “vita al maschile”. Matthew sapeva che non sarebbe stato semplice e che probabilmente le persone non avrebbero capito né la posizione del figlio né la sua, scegliendo di supportarlo, e sostiene che è una lotta continua convincere le persone a riferirsi a Stormy come un bimbo. 

Jed Owen/Unsplash

Jed Owen/Unsplash

Per questo ha scelto di condividere la sua storia: per esortare le persone ad “accettare gli altri per quello che sono”. È importante se il figlio sia nato biologicamente femmina e abbia scelto di seguire la sua vera identità o è più importante che il bimbo sia felice e ami la sua vita?

 

Praaven kumar Mathivanan/Unsplash

Praaven kumar Mathivanan/Unsplash

Il genere non sempre corrisponde all’identità di genere e, in questi casi, non ci sono delle tempistiche precise da seguire. Matthew è orgoglioso di suo figlio perché sa cosa vuole e perché non permette che la società e i suoi pregiudizi costituiscano dei limiti: è un’ispirazione per molte persone e, seppur così piccolo, è in grado di insegnare tantissimo alle persone che lo circondano.

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