Il Giappone vuole versare nell'Oceano milioni di tonnellate di acqua "decontaminata" della centrale di Fukushima

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di Claudia Melucci

19 Ottobre 2020

Il Giappone vuole versare nell'Oceano milioni di tonnellate di acqua "decontaminata" della centrale di Fukushima
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Sebbene non sia più protagonista nel panorama delle notizie internazionali, la centrale nucleare di Fukushima, danneggiata da un terremoto avvenuto l'11 marzo 2011 al largo della costa giapponese della regione di Tōhoku, è un problema tutt'altro che risolto. In particolare, sono le acque usate per raffreddare i nuclei radioattivi che destano ora preoccupazione: sta per esaurirsi lo spazio occupato dalle cisterne costruite per immagazzinare i rifiuti liquidi, per questo il governo ha dichiarato di voler smaltire l'acqua della centrale nucleare versandola nell'Oceano. 

via Forbes

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UCLA Newsroom/Flickr

UCLA Newsroom/Flickr

La questione delle acque decontaminate della centrale di Fukushima, che il governo giapponese vuole smaltire nell'Oceano, è molto preoccupante. 

I numeri che riguardano la centrale nucleare, anche oggi che è in fase di disattivazione, sono da sbalorditivi: ogni giorno vengono prodotte 170 tonnellate di acqua radioattiva, usata per il raffreddamento del nocciolo, depositate in 1000 cisterne speciali. Questi numeri si ripetono ogni giorno. È facile immaginare, quindi, la quantità di rifiuti da smaltire: al momento si tratta di 1,2 milioni di tonnellate di acqua radioattiva da smaltire. Secondo il ministro dell'ambiente giapponese, il posto disponibile per le cisterne esaurirà entro il 2022.

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IAEA Imagebank/Wikimedia

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Un po' di chiarezza sulla natura delle acque che potrebbero essere sversate nell'Oceano: si tratta di acqua "decontaminata", ovvero dalla quale è stata eliminata la principale frazione radioattiva, ma è impossibile eliminare del tutto la radioattività.

Le acque non verrebbero riversate tal quali nell'Oceano: la proposta è stata quella di diluirle fino a 600 volte con acqua non contaminata, fino a rientrare nella soglia permessa dagli accordi internazionali per la radioattività.

Ma le associazioni di pescatori nipponiche non ci stanno: lo sversamento potrebbe costare loro caro, visto il concreto pericolo del rifiuto degli altri paesi nel mondo di acquistare prodotti ittici provenienti dal Giappone – come ha fatto la Corea del Sud, che ha vietato l'importazione di pescato proveniente da questa zona del Giappone. 

Il governo precedente, quello del Primo Ministro Shinzo Abe, era dell'idea che lo sversamento in mare fosse necessario, ed anche il governo attuale lo è: il ministro per l'ambiente ha detto che "non c'è altra soluzione."

Nulla è ancora deciso, ma le possibilità che questo progetto si concretizzi sono reali: non possiamo sapere se ci saranno conseguenze per l'ambiente e per la vita umana, nonostante tutti i lavori saranno monitorati da tecnici esperti e membri della comunità scientifica. Ma il fatto che nell'Oceano possano finire milioni di tonnellate di acqua radioattiva sembra avere l'aspetto dell'ennesimo schiaffo al pianeta e alle sue forme di vita.

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