Un team di scienziati è riuscito a convertire direttamente i segnali del cervello in parole

di Alberto Ragazzini

05 Febbraio 2019

Un team di scienziati è riuscito a convertire direttamente i segnali del cervello in parole
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Una recente ricerca degli scienziati della Columbia University (USA) potrebbe rappresentare una svolta per tutte quelle persone impossibilitate a comunicare vocalmente per colpa di malattie neurali o lesioni gravi. Attraverso un sofisticato connubio tra tecnologie già utilizzate negli assistenti vocali più comuni e algoritmi di intelligenze artificiali, i ricercatori sono riusciti a convertire i segnali del cervello umano in parole.

Questo è il primo passo per riuscire un giorno a far formulare un discorso di senso compiuto a chi non ne ha possibilità.

via Columbia University

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Un team di scienziati è riuscito a convertire direttamente i segnali del cervello in parole - 1

Gli scienziati hanno trovato un modo per convertire il pensiero umano in parole. Anche se sembra pura fantascienza, i ricercatori sono riusciti a convertire i segnali elettrici del cervello di una persona, attraverso un complesso algoritmo di intelligenza artificiale. A differenza dei precedenti esperimenti fatti con pensieri reali in discorso, in questo caso si è cercato di decodificare direttamente le risposte cerebrali.

Questo studio è il primo passo per la ricerca di una cura e una soluzione per tutte quelle persona che a causa di patologie o lesioni hanno perso la voce e la possibilità di comunicare con amici e parenti.

L'algoritmo utilizzato per questa ricerca si basa su un vocoder, quei dispositivi attualmente usati negli assistenti vocali Siri o Alexa. In questo caso, però, il vocoder non è stato "addestrato" per rispondere al linguaggio umano ma alle stimolazioni cerebrali che avvengono nella parte corticale-uditiva dei pazienti mentre ascoltavano frasi ad alta voce. 

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Pixabay

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Si è poi cercato di registrare una banca dati di segnali cerebrali dei pazienti mentre per esempio ascoltavano cifre numeriche da 0 a 9, che venivano rese vocalmente dal vocoder aiutato da altre tecnologie di intelligenza artificiale. Anche se la voce appariva ancora molto robotica, i risultati sono stati soddisfacenti e i ricercatori sono rimasti piacevolmente sorpresi dalla sensibilità e l'accuratezza con cui i vocoder rappresentavano gli impulsi delle reti neurali.

Il potenziale di questa scoperta è enorme ma serve ancora moltissimo lavoro: è importante sapere che ogni cervello lavora in modo differente dagli altri.

L'obiettivo è quello di trasformare i pensieri di persone colpite da lesioni permanenti o malattie neurodegenerative come la SLA in discorsi verbali sintetizzati. Potrebbe essere quindi una svolta nella vita di moltissime persone che oggi purtroppo non hanno la possibilità di riconnettersi con il mondo.   

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