Due progettisti hanno vinto 1,5 milioni per aver creato un dispositivo che estrae acqua potabile dall'aria

di Francesca Torino

24 Ottobre 2018

Due progettisti hanno vinto 1,5 milioni per aver creato un dispositivo che estrae acqua potabile dall'aria
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L'acqua è un bene che non abbiamo tutti, circa 2,1 miliardi della popolazione globale non ne ha accesso immediato o non dispone di quella potabile. Inoltre, l'Agenzia di Intelligence della Difesa statunitense stima che entro il 2030 il fabbisogno idrico supererà del 40% le forniture di cui disponiamo. Due designer hanno creato un dispositivo, Skywater, in grado di estrarre l'acqua pulita dall'aria, vincendo così il prestigioso premio Water Abundance XPrize e 1,5 milioni di dollari. Il loro progetto consente di soddisfare le esigenze quotidiane di 100 persone a un costo molto basso, anche per l'ambiente.

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The Skysource/Skywater Alliance

The Skysource/Skywater Alliance

La competizione Water Abundance XPrize, lanciata per la prima volta nel 2016, ha lo scopo proprio di cercare di risolvere i problemi legati all'accesso e alla disponibilità di acqua da parte di tutta la popolazione globale. Il concorso premia i progetti più innovativi di raccolta dell'acqua dall'atmosfera, producendone almeno 2 litri al giorno con un costo non superiore ai 2 centesimi al litro. Un team di progettisti californiani, chiamati Skysource/Skywater Alliance e guidati dagli architetti David Hertz e Rich Groden, hanno vinto con il loro Skywater.

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Skywater® Atmospheric Water Generator

Skywater® Atmospheric Water Generator

Skywater è un generatore che imita il lavoro di una nuvola: raccoglie l'aria calda, raffreddandola e immagazzinando la condensa che si forma all'interno di un serbatoio. Questo processo, però, richiede un notevole consumo di energia elettrica perciò al dispositivo ne viene affiancato un altro, un gassificatore di biomassa, che ha un costo energetico relativamente più basso. Questo secondo macchinario può essere, infatti, riempito con materiali di scarto come, ad esempio, pezzi di pino o gusci di noci di cocco, in più produce biochar, un materiale carbonioso usato come fertilizzante per le piante.
 
I due dispositivi, già esistenti, insieme hanno dato vita a un nuovo sistema chiamato "WeDew", una tecnologia a impatto ambientale zero che si spera possa essere applicata presto in tutte quelle parti del mondo dove l'acqua è una risorsa ancora più preziosa.

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