Per contrastare l'Alzheimer bisogna produrre nuovi neuroni: e l'attività fisica ci riesce

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di Claudia Melucci

19 Settembre 2018

Per contrastare l'Alzheimer bisogna produrre nuovi neuroni: e l'attività fisica ci riesce
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Non c'è ancora nessuna cura per l'Alzheimer, sebbene i ricercatori stiano facendo passi importanti verso la comprensione dei meccanismi che portano allo sviluppo della malattia. Ad esempio, è stato visto che la generazione di nuove cellule nervose migliora le funzioni cognitive nei topi, aprendo una strada ad una possibile terapia per l'Alzheimer: la neurogenesi può essere indotta in due modi, con la terapia genica o con i farmaci.

Un nuovo studio, però, evidenzia come ci sia un terzo modo, molto più semplice, efficace e senza effetti collaterali: il movimento fisico. 

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L'attività fisica induce la formazione di nuovi neuroni, processo fondamentale per il trattamento delle malattie neurodegenerative.

L'attività fisica induce la formazione di nuovi neuroni, processo fondamentale per il trattamento delle malattie neurodegenerative.

Ed Yourdon/Wikimedia

I ricercatori hanno osservato come nei topi il movimento fisico dia un contributo significativo alla produzione di nuove cellule nervose, molto di più di quello apportato da terapie come la somministrazione di farmaci e la terapia genica. Non solo, il movimento del corpo crea anche un ambiente più consono alla crescita delle nuove cellule e quindi incide positivamente anche sulla loro durata.

Le terapie sopra menzionate, al contrario, apportano benefici discreti e per di più non duraturi: i nuovi neuroni, infatti, non sono in grado di sopravvivere in aree del cervello già interessate dal processo di infiammazione tipico della malattia.

L'attività fisica pare invece indurre anche un'operazione di pulizia che diminuisce l'infiammazione, creando un ambiente ottimale per lo sviluppo delle nuove cellule. 

Il rinnovamento delle cellule neuronali è un processo fondamentale per la memoria: anche se parziale, si tratta di un aspetto che i ricercatori stanno continuando a tenere in considerazione, come possibile terapia per l'Alzheimer.

Non bisogna anticipare i tempi: siamo ancora molto lontani dal provare lo stesso tipo di esperimento sugli esseri umani, ma la scoperta rimane comunque un tassello verso l'identificazione di una cura per i pazienti malati. Inoltre è un dato in più che si aggiunge alla vasta letteratura sui benefici dell'attività fisica: un motivo in più per cominciare a muoversi! 

Sources:

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