Alcuni animali sopravvivono anche una volta che sono stati mangiati

di Simone Troja

31 Maggio 2017

Alcuni animali sopravvivono anche una volta che sono stati mangiati
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Pesce grande mangia pesce piccolo, è il ciclo della vita, la selezione naturale. Ma essere mangiati non è sempre sinonimo di morte, alcuni animali (pochissimi) sembrano uscire indenni alla fine di questo processo e alcune volte questo fatto può essere del tutto eccezionale.
Alcuni biologi erano stati inviati per una spedizione a Timor Est, un paese del sud est asiatico, e furono testimoni di un fatto decisamente inusuale: un serpente usciva vivo dall'ano di un rospo.

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John Flannery | Flickr

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Si trattava di un serpente bramino, un esemplare di piccole dimensioni che può arrivare massimo a 16 cm di lunghezza. L'evento era di per sé incredibile perché il serpente è un animale vertebrato e ha bisogno di respirare con i suoi polmoni per sopravvivere: probabilmente il serpentello era riuscito rapidamente a uscire dal rospo facendosi strada nel suo stomaco vuoto, ma senza le sue squame enormemente resistenti i succhi gastrici lo avrebbero consumato. Al di là di questo fatto insolito ci sono alcuni animali che sembrano in grado di sopravvivere naturalmente nell'intestino di un predatore.

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pixabay.com

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Si tratta delle chiocciole, che grazie alla loro minore necessità di ossigeno e al duro guscio che le protegge dai succhi gastrici sono in grado di sopravvivere all'interno di alcuni apparati digerenti. Nel 2012 il ricercatore Shinichiro Wada della Tohoku University in Giappone ha condotto un esperimento alimentando un occhialino giallo giapponese con una particolare specie di chiocciole. Circa il 15% di esse sopravvisse, in alcuni casi sigillandosi all'interno del guscio con del muco.

Ma questa pratica sembrerebbe ancora più comune negli ambienti marini, dove alcune lumache di mare sarebbero in grado di sopravvivere all'ingestione del germano reale, complice anche la modalità alimentare del volatile che prevede l'assunzione di un gran numero di prede diminuendo così la sua efficienza digestiva.

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Alcune specie di lumache avrebbero incredibilmente raggiunto zone che non sarebbero state in grado di raggiungere a meno di avere le ali, e forse è proprio quello che è successo. Viaggiando "a bordo" dei predatori, utilizzate inconsapevolmente come mezzo di trasporto, uscendo illese dai loro apparati digerenti avrebbero popolato zone che altrimenti gli sarebbero state precluse.

Ma ingerire prede vive potrebbe essere rischioso per i predatori poiché alcune di queste lumache possono portare con sé la tenia parassita che sembrerebbe sfruttarle proprio per raggiungere gli uccelli, uno dei loro ospiti preferiti.

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