Il migliore amico dell’uomo prima del cane: sostengono di averlo individuato alcuni archeologi

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di Gianmarco Bonomo

14 Aprile 2024

Il migliore amico dell’uomo prima del cane: sostengono di averlo individuato alcuni archeologi
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Tutti sanno che il cane è il migliore amico dell’uomo, nonché il primo animale che la nostra specie ha addomesticato. Alcuni archeologi la pensano diversamente e ritengono che prima del cane sia stato un altro il migliore amico dell’uomo, almeno in un determinato periodo storico e in una specifica area geografica. A confermare l’ipotesi ci sarebbero i resti in un sito di 1500 anni fa ritrovata in Patagonia. Vediamo di cosa si tratta, e cosa c’è di vero in questa teoria.

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Animale estinto ritrovato in Patagonia: il primo migliore amico dell’uomo?

Pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, lo studio riporta i risultati di una recente ricerca su un animale estinto, ritrovato in Patagonia. Si tratta di un esemplare di Dusicyon avus, una sorta di volpe da cui si è evoluto il cosiddetto Lupo delle Falkland. L’importanza di questo ritrovamento sta nel fatto che i resti erano sepolti insieme ad altri esseri umani, come spesso si faceva per i cani. Queste le parole dei ricercatori:

Un individuo di una specie di volpe estinta condivideva una dieta simile a quella di un essere umano, suggerendo una stretta relazione tra le due specie durante la loro vita.

Gli archeologi ipotizzano quindi uno stretto rapporto fra la volpe estinta e gli esseri umani. Se così fosse, si tratterebbe del migliore amico dell’uomo prima ancora che i cani arrivassero in Patagonia.

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Davvero il Dusicyon avus aveva uno stretto rapporto con l’uomo?

Jorge Blanco

Secondo la ricostruzione fatta dagli archeologi, è indubbio che ci fosse una sorta di collaborazione fra Dusicyon avus ed esseri umani che abitavano la Patagonia 1500 anni fa. Per arrivare a conclusioni verosimili, tuttavia, non basta rilevare come il sito della sepoltura sia lo stesso degli esseri umani. Potrebbe trattarsi di una preda o di un evento casuale. Questo è il commento di Ophélie Lebrasseur, una delle autrici della ricerca:

Ci sono diversi fattori che hanno portato a identificare la nostra volpe come un compagno o un animale domestico piuttosto che come parte della dieta degli esseri umani. Nessuna delle ossa degli animali presenta tracce di segni di taglio, il che suggerisce che l’individuo non sia stato mangiato. L’esemplare è stato trovato in un luogo di sepoltura insieme ad altri 21 esseri umani, [come se] avesse un significato personale. Infine, la sua dieta somigliava a quella degli umani piuttosto che a quella dei canidi selvatici.

Insomma, ci sono alcune prove a supporto delle ipotesi dei ricercatori. Certo dire che questa volpe sia stato il primo migliore amico dell’uomo, e pertanto il primo animale domestico, sembra un po’ esagerato, a meno che non si consideri il contesto della Patagonia, la parte più a sud del continente colonizzato per ultimo dagli esseri umani. Una conclusione invitante, ma che necessita di ulteriori ricerche per avere una conferma.

 

Che fine ha fatto il primo migliore amico dell’uomo in Patagonia?

Rappresentazione artistica della volpe estinta

Juandertal/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0 DEED

Il Dusicyon avus, una volpe di taglia media che potrebbe aver rappresentato il primo esempio di domesticazione animale in Patagonia, si è estinto circa 500 anni fa. Per capire il perché di questo avvenimento, dobbiamo mettere in fila alcune date.

Innanzitutto, le sepolture scoperte dagli archeologi risalgono a circa 1500 anni fa. In secondo luogo, il cane è stato introdotto in Patagonia circa 700-900 anni fa. Infine, conosciamo il periodo della loro estinzione, ossia circa 500 anni fa. Questi elementi potrebbero essere collegati, ma mancano studi in merito. Si sa per certo che il Lupo delle Falkland era una specie originatasi proprio dal Dusicyon avus, ma anche questa si è estinta, stavolta alla fine del diciannovesimo secolo.

La ricerca del team di archeologi ci permette di riflettere su quanti vuoti ci siano ancora nella storia passata dell’essere umano. I ritrovamenti in Patagonia rappresentano un altro tassello nel tentativo di colmare questi vuoti, e comprendere meglio le relazioni fra la nostra specie e la fauna locale. Per quanto ne sappiamo, in Patagonia potrebbe esserci stato un migliore amico dell’uomo che non assomiglia al cane, ma che i nostri antenati hanno voluto ricordare anche nella loro seconda vita.

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