Ricercatori hanno trovato un modo per ridurre drasticamente le spese di produzione della carne coltivata

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di Francesca Argentati

03 Marzo 2024

Ricercatori hanno trovato un modo per ridurre drasticamente le spese di produzione della carne coltivata
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La produzione della carne coltivata ha costi molto elevati, ma un nuovo studio potrebbe aver trovato la soluzione per ammortizzarli e ridurli drasticamente. Ecco come.

Coltivazione di carne e costi elevati

I costi della produzione alimentare, per quanto riguarda la carne coltivata, sono decisamente onerosi. Nella prospettiva di un futuro sostenibile in questo ambito, una nuova tecnologia sembra aver trovato la soluzione per ammortizzarli. I ricercatori del TUCCA, Centro per l’agricoltura cellulare della Tufts University, sono riusciti a progettare delle cellule muscolari bovine che potrebbero tagliare notevolmente le spese legate alla produzione di carne coltivata.

Nell'ambito dell'agricoltura cellulare, ovvero la produzione di carne ottenuta da cellule coltivate in laboratorio e non da animali da allevamento, i progressi sono notevoli e uno di questi è stato compiuto proprio dal team guidato dal professore di ingegneria David Kaplan, creando cellule muscolari di manzo che producono i propri fattori di crescita. I fattori di crescita si legano ai ricettori situatati sulla superficie delle cellule e inviano loro un segnale che le esorta a svilupparsi e differenziarsi in cellule mature di varie tipologie.

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Le nuove cellule bovine producono il proprio fattore di crescita

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Cell Reports Sustainability

Nello studio, gli autori hanno modificato le cellule staminali per indurle a produrre il proprio FGF, fattore di crescita dei fibroblasti, che da via al processo di crescita delle cellule muscolari scheletriche. Il direttore scientifico del Tufts Cellular Agriculture Commercialization Lab Andrew Stout, che ha partecipato al progetto, ha spiegato: "L'FGF non è esattamente un nutriente. È più come un'istruzione alle cellule di comportarsi in un certo modo. Ciò che abbiamo fatto è stato progettare cellule staminali muscolari bovine per produrre questi fattori di crescita e attivare le stesse vie di segnalazione."

Fino a questo momento, i fattori di crescita sono stati aggiunti al liquido degli esperimenti ed erano creati da proteine ricombinanti, per poi essere venduti da fornitori industriali. Rappresentano il costo più elevato, fino a più del 90%, della produzione di carne coltivata: dal momento che non si conservano a lungo nei terreni di coltura cellulare, dopo qualche giorno devono essere nuovamente integrati, aumentando il prezzo finale del prodotto. Ecco perché riuscire ad eliminarli dal processo di produzione ha un enorme vantaggio in termine di costi. Tuttavia, come ha dichiarato Stout, "anche se riduciamo significativamente il costo, c'è ancora qualche ottimizzazione da fare per renderli pronti per l'industria."

Carne coltivata a prezzi ridotti nei supermercati: quando?

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“Abbiamo notato una crescita più lenta con le cellule ingegnerizzate, ma penso che possiamo superare questo problema”. Questo limite può essere risolto con diversi approcci, ad esempio modificando altri percorsi cellulari o i tempi di espressione dell'FGF nella cellula, senza però aggiungere geni estranei: "Semplicemente modifichiamo ed esprimiamo i geni che sono già presenti" al fine di incoraggiare la crescita delle cellule muscolari bovine. La modifica dei geni nativi è più tollerata dalla normativa in materia, rispetto all'aggiunta di geni estranei.

Resta da capire se questa strategia potrebbe funzionare anche con altri tipi di carne, come quella di maiale, pesce e pollo. Secondo Stout, tutte le cellule muscolari e molte altre tipologie sfruttano l'FGF per svilupparsi, dunque i risultati dovrebbero essere similari, seppur con "aggiustamenti" diversi. In ogni caso, il lavoro continuerà al fine di migliorare ulteriormente la tecnologia. "Penso che progressi come questo ci porteranno molto più vicini a vedere carne coltivata a prezzi accessibili nei nostri supermercati locali entro i prossimi anni”.

Una vera svolta per l'industria alimentare, che viaggia su un binario meno dispendioso e più ecologico.

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