Perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve? Uno studio ha trovato la risposta

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di Gianmarco Bonomo

27 Dicembre 2023

Perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve? Uno studio ha trovato la risposta
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Ogni volta che facciamo un viaggio succede sempre qualcosa di strano, ma non tanto nei giorni di vacanza quanto nel viaggio stesso. Il ritorno a casa sembra sempre più breve rispetto all’andata. Si tratta di una sensazione che chiunque deve aver provato, almeno una volta nella vita, ma che non riusciamo a spiegarci. Vediamo quali sono le ragioni di questo strano fenomeno, grazie ai risultati di uno studio scientifico.

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Il viaggio di ritorno sembra sempre più breve: uno studio vuole capire perché

Il viaggio di ritorno sembra sempre più breve: uno studio vuole capire perché

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La prima cosa da sapere sul perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve è che non si tratta di un fenomeno isolato. Tutti lo abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita, tanto da essere rinominato return trip effect, o effetto del viaggio di ritorno. La prima spiegazione che viene in mente per dare un senso questa situazione può riguardare la familiarità con il percorso. D’altronde, spesso non conosciamo la strada per andare e tornare da una vacanza, quindi il ritorno ci sembra più breve. Ma è davvero tutto qui?

Secondo Niels Van de Ven, professore associato di marketing alla Tilburg University dei Paesi Bassi, non può dipendere tutto dalla familiarità. In uno studio, Van de Ven ha esaminato 69 partecipanti durante un viaggio in autobus e 97 studenti in bicicletta. Entrambi i gruppi hanno riportato che il viaggio di ritorno sembrava più breve, nonostante la stessa distanza e un itinerario conosciuto. Forse, allora, il return trip effect non ha a che fare tanto con la familiarità. O non solo.

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Conoscenza vs aspettativa, andata vs ritorno

Conoscenza vs aspettativa, andata vs ritorno

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Nel corso dei suoi esperimenti, Niels Van de Ven ha iniziato a pensare che la conoscenza del percorso non influisce più di tanto sul return trip effect. Al contrario, sarebbe tutta una questione di ottimistiche aspettative per il viaggio di andata: nel momento in cui l’andata è durata più del previsto, il ritorno sembra molto più semplice in confronto. E, soprattutto, più breve.

Secondo il ricercatore olandese, inoltre, il nostro cervello ricorda il viaggio in modo distorto e contribuisce così al return trip effect. Questo effetto si verifica in tutti i tipi di viaggi, che siano in bici o in auto, ma si attenua per tutte le persone che percorrono la stessa strada ogni giorno. In pratica, un viaggio on the road sembrerà avere una durata molto diversa fra andata e ritorno, mentre la differenza andrà riducendosi per il classico percorso casa-lavoro.

Perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve?

Perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve?

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Visto quanto abbiamo detto finora, allora, perché il viaggio di ritorno sembra sempre più breve? La conoscenza del percorso influisce, ma non quanto si possa credere, mentre la parte principale è giocata dalle nostre aspettative. Quando facciamo un viaggio, siamo portati ad avere una certa aspettativa sulla sua durata, spesso più breve, e quindi a provare una certa delusione quando la nostra previsione non è rispettata. Al contrario, la nostra mente “ricalibra” le aspettative per il ritorno, creando un effetto di brevità che in realtà non avviene.

In conclusione, il return trip effect è uno dei tanti modi con cui il nostro cervello ci mostra che la realtà non sempre è “oggettiva”. Al contrario, quello che vediamo e sperimentiamo grazie alle nostre sensazioni è sempre una negoziazione tra diversi aspetti della nostra personalità e del mondo intorno. In pratica, se il viaggio di ritorno ci sembra sempre più breve, forse non è proprio colpa del viaggio in sé.

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