Istituito il primo liceo senza voti: "in questo modo aiutiamo i giovani a crescere"

di Matteo Cicarelli

16 Novembre 2022

Istituito il primo liceo senza voti: "in questo modo aiutiamo i giovani a crescere"
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Gli anni della scuola sono sempre definiti i più belli da coloro che ormai non ci vanno più, invece gli studenti la vedono esclusivamente come una costrizione, e non come dovrebbe essere, ovvero una sorta di "repubblica delle idee". Lo scopo dell'istruzione non è quello di fornire nozioni, ma quello di rendere possibile la creazione di un giudizio critico.

Spesso però gli studenti non pensano tanto a quello che apprendono, ma studiano con un unico scopo, quello di prendere un bel voto. Quest'ultimo, però, più che uno stimolo potrebbe essere un limite, spingendo i ragazzi a non godersi appieno l'esperienza dell'apprendimento. Per questo motivo, in Italia, è stato realizzato il primo liceo senza voti.

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Pexels - Not the actual photo

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L'idea è nata quasi per caso, quando l'insegnante Enzo Arte si è accorto che gli studenti stavano perdendo il desiderio di apprendere per acquisire conoscenze, ma studiavano solo per il voto. "La scintilla - spiega il professore - mi è scattata nel momento in cui è stata programmata la visita al museo delle Scienza. I ragazzi non vedevano l'ora di andare. Il loro entusiasmo, però, si è spento quando è stato annunciato che avrebbero dovuto realizzare una relazione. In quel momento ho capito che in quel modo avrei limitato la loro curiosità. Non si sarebbero goduti l'esperienza, ma avrebbero pensato esclusivamente alla votazione".

Questo è stato il dettaglio che ha spinto Arte, professore di matematica e fisica, a sviluppare la sua idea, ovvero quella di una scuola senza voti. La sperimentazione iniziata in una sola classe, poi si è ampliata ad un'intera sezione.

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Il metodo non ha impresso nessuna differenza nelle modalità di valutazione, gli insegnanti continuano a interrogare e sottoporre gli studenti a test e compiti, l'unica diversità è che non vengono espressi giudizi numerici. In questo modo, gli alunni si sottopongono a un'autoanalisi, pensano a quanto hanno studiato, si chiedono se hanno fatto abbastanza, ma soprattutto cercano di capire dove e come migliorarsi.

Questa scelta può spiazzare, infatti alcuni genitori hanno deciso di cambiare istituto ai propri figli, non condividendo questo metodo. "Molti altri, invece, nonostante all'inizio avessero dubbi, si sono ricreduti: vedere un figlio che va a scuola con il sorriso sulle labbra è una gioia".

Secondo te la scelta di eliminare i giudizi numerici, può essere la strada giusta o si rischia che gli studenti possano ridurre il tempo che passano sui libri?

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