Trasforma foto apparentemente banali in scene che sembrano uscite da un videogioco fantasy

di Irene Grazia Paladino

05 Novembre 2021

Trasforma foto apparentemente banali in scene che sembrano uscite da un videogioco fantasy
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Il quotidiano può diventare pesante e monotono: compiamo ogni giorno le stesse azioni e siamo costantemente alla ricerca di quei momenti in grado di dare una scossa alla nostra giornata. Anche le foto rischiano quindi di diventare noiose. I fotografi si impegnano a trasformare foto apparentemente banali in piccole opere d’arte: giocano con la luce, le forme, le pose e le ambientazioni. Max Asabin ama giocare con foto banali; lo fa, però, grazie alle sue abilità grafiche.

Scorri le immagini verso destra per vedere il punto di partenza: quale fosse, cioè, l’immagine iniziale e come Max è riuscita a trasformarla.



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Max è un giovane artista digitale ed è un autodidatta. Ha imparato ad usare Photoshop per creare opere dall’ambientazione a tratti fiabesca e a tratti apocalittica. L’artista parte sempre da una foto reale, scattata magari in un ambiente anonimo e senza uno sforzo particolare.

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Con il potente aiuto di Photoshop sovrappone diverse immagini e conferisce loro una particolare luce. Sulla sua pagina Instagram condivide i punti di partenza - quindi le immagini iniziali - e il risultato finale. In mezzo ci sono le bozze: come, cioè, ha inizialmente immaginato la scena. Lavorando al progetto, però, spesso le idee sono cambiate e Max ha modificato qualche dettaglio: la posa del protagonista o un oggetto sullo sfondo.

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Come con i poster o con le figurine, Max ritaglia le figure umane o animali: un uomo in piedi, l’artista in posa, una persona con un tablet in mano, un ragazzo che cammina in strada. Immagina poi lo scenario, cioè l’ambiente che circonda il personaggio.

Elimina tutti gli elementi che ritiene superflui, o oggetti che potrebbero distrarre l’attenzione, e si mette al lavoro regolando il ritaglio, l’ombreggiatura, il colore, le luci.

 

I risultati sono dei capolavori: i personaggi sembrano usciti da un altro mondo. Riusciamo, osservando l’opera finale, ad immaginare il contesto, le vicissitudini di cui è stato protagonista quel personaggio, le lotte che ha dovuto affrontare, i nemici che ha dovuto combattere, l’amico che ha dovuto salvare.

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È come se i personaggi si fossero sempre trovati lì, perfettamente al loro posto, in un mondo sospeso che non è mai esistito o che forse potrebbe esistere, in un futuro lontano. Gli strumenti digitali sono stati d'aiuto a Max: la fantasia, però, ha fatto tutto il resto.

 

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