Questo monumento, uno dei più grandi al mondo, è in costruzione da oltre 70 anni

di Marcello Becca

04 Agosto 2021

Questo monumento, uno dei più grandi al mondo, è in costruzione da oltre 70 anni
Advertisement

Non tutti sanno che, sulle montagne Black Hills del Sud Dakota, è in costruzione una delle sculture più grandi del mondo. Questo monumento sta sorgendo non lontano dal Monte Rushmore, dove sono stati scolpiti i volti di quattro presidenti americani. Da più di settant’anni gli operai sono attivi sul Crazy Horse Memorial, nella terra sacra della tribù Lakota. Si tratta di un immenso omaggio ai nativi americani, e in particolare ad uno dei capi indiani più saggi: Cavallo Pazzo. Nonostante questa opera del leader della tribù Oglala Lakota sia ancora molto lontana dall'essere completata, ha già un aspetto impressionante.

via smithsonianmag

Advertisement
Jonathunder / Wikipedia

Jonathunder / Wikipedia

La storia del monumento di Cavallo Pazzo è iniziata negli anni '30 su richiesta di un capo Lakota, Henry Standing Bear. Una storia che si intreccia con quella del riscatto sociale dei nativi americani che sono stati annientati dall’occupazione dei coloni venuti dalle terre europee.

Nel 1930 i lavori per il Monte Rushmore erano ancora in corso e Henry Standing Bear riteneva ingiusto che il suo popolo non avesse un monumento per celebrarne l’importanza. Per questa ragione cercò di contattare lo scultore del Monte Rushmore, Gutzon Borglum, ma senza successo. Con ostinazione, non si fermò davanti a questo rifiuto. Nel 1939, allacciò una relazione epistolare con lo scultore polacco-americano Korczak Ziolkowski. Ziolkowski aveva lavorato al Monte Rushmore sotto Borglum per un breve periodo e sembrò subito interessato a portare a compimento questo immenso progetto.

Per ottenere dal governo la montagna adatta, il capo indiano Henry Standing Bear cedette tutta la sua terra, 900 acri in totale; in questo modo il progetto poté partire.

Advertisement
Osservastro / Wikipedia

Osservastro / Wikipedia

L’opera si rivelò subito un affare politico oltre che artistico. Difatti lo scultore - che iniziò a lavorare nel 1948 - rifiutò caparbiamente tutti i finanziamenti statali in modo da poter operare senza vincoli governativi. Questo, naturalmente, significò lavorare con un potenziale più esiguo di forza lavoro e con mezzi modesti. Infatti, Ziolkowski cominciò lavorando da solo, senza elettricità, con pochissima acqua e su strade sterrate. Per capire le difficoltà in cui incorse, basta pensare che, per raggiungere la cima, veniva usata una scala di legno di 741 gradini.

Jim Bowen / Flickr

Jim Bowen / Flickr

Il disegno originale prevede che Cavallo Pazzo sia rappresentato mentre cavalca il suo destriero e mentre indica la terra dove sono sepolti molti nativi americani. Lo scultore era convinto di poter terminare l’opera in trent’anni, ma si sbagliava. Ziolkowski ha lavorato personalmente ai materiali granitici usati per realizzare questo progetto prima di morire nel 1982 all'età di 74 anni.

 

Mike Tigas / Flickr

Mike Tigas / Flickr

A quel punto, la vedova Ruth Ziolkowski ha preso in mano il progetto insieme ai suoi sette figli. La signora Ziolkowski ha direzionato i lavori affinché ci concentrasse sulla scultura del volto di Crazy Horse piuttosto che su quella del cavallo, come il marito scultore aveva immaginato. Questo ha fatto sì che oggi si abbia già una suggestiva vista della scultura - anche se parziale - che ha permesso un primo afflusso di turisti. In questo modo è stato possibile mantenere il piano finanziario originario che esclude finanziamenti pubblici a questa opera immensa. Una scultura ambiziosa nel suo progetto e stupefacente anche oggi che - dopo 70 anni - è ancora in stato embrionale.

Advertisement