Un'azienda cinese installa dei timer nei bagni dell'ufficio per controllare il tempo di permanenza dei dipendenti

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di Lorenzo Mattia Nespoli

18 Dicembre 2020

Un'azienda cinese installa dei timer nei bagni dell'ufficio per controllare il tempo di permanenza dei dipendenti
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L'obiettivo di ogni datore di lavoro dovrebbe essere quello di favorire serenità, entusiasmo e soprattutto rispetto nei confronti di chi, quotidianamente, mette il suo tempo e le sue capacità al servizio di un'azienda. Sarebbe bello se fosse davvero così in tutti i contesti, ma purtroppo spesso la realtà ci insegna che concetti basilari come questo - utili peraltro a far lavorare meglio le persone - non sono affatto compresi.

Al contrario, sembra proprio che certe aziende facciano di tutto per rendere difficile e frustrante la quotidianità dei loro dipendenti, e di sicuro tra queste rientra la compagnia cinese di cui stiamo per parlarvi, che ha suscitato non poco scalpore a causa di una trovata a dir poco controversa.

via Daily Mail

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Not the actual photo - Damir Kopezhanov/Unsplash

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Siamo a Pechino, dove l'azienda Kuaishou, specializzata in servizi informatici, ha fatto parlare molto di sé perché ha deciso di installare dei timer digitali sopra ogni toilette presente negli uffici, dispositivi che di fatto monitorano e cronometrano il tempo di permanenza dei dipendenti nei bagni.

Grazie a dei piccoli sensori poste sulle porte dei gabinetti, i timer si attivano per mostrare quanto tempo ci si trattiene lì dentro. Messa così di certo non è una cosa piacevole per nessuno. Essere controllati anche quando si ha bisogno di un momento di privacy non è una cosa giusta, e per questo sull'azienda si è alzato un vero polverone di critiche e polemiche.

C'è chi ha definito questa pratica una violazione della privacy e dei diritti individuali, additando la Kuaishou di agire in modo scorretto, pensando troppo al profitto e calpestando le libertà di base che ogni dipendente dovrebbe vedersi garantite. Il "caso" ha avuto una risonanza così ampia che l'azienda si è vista costretta a fornire una spiegazione pubblica.

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Not the actual photo - J K Mark Dodds/Flickr

Not the actual photo - J K Mark Dodds/Flickr

In un comunicato ufficiale, la ditta cinese ha spiegato che i tanto detestati timer nei bagni servivano a risolvere un problema di carenza di servizi igienici nell'edificio. Con quei contatori, stando a quanto riferito, sarebbe stato possibile verificare quante persone utilizzano il bagno e per quanto tempo, così da intervenire sul problema dei limitati servizi. 

Una spiegazione che può essere valida, ma che tuttavia non ha convinto tutti. Installare dispositivi del genere in luoghi dove la prima regola da rispettare dovrebbe essere la riservatezza a molti è sembrata comunque una forma di controllo, un modo per garantire i profitti della ditta a ogni costo, anche con mezzi scorretti.

In Cina, tra l'altro, non è la prima volta che si verificano episodi simili: non mancano infatti le aziende che cronometrano o limitano il tempo che i dipendenti possono trascorrere in bagno ogni giorno. Pratiche non certo felici, che dovrebbero far riflettere sulla necessità di recuperare ovunque un po' di umanità.

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