Lidia Poet, la prima donna italiana ad essere regolarmente iscritta all'Ordine degli Avvocati

di Simone Fabriziani

22 Agosto 2020

Lidia Poet, la prima donna italiana ad essere regolarmente iscritta all'Ordine degli Avvocati
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Nonostante la presenza storca ingombrante di Mara Pellegrina Amoretti, prima donna italiana a laurearsi in giurisprudenza nel lontano 1777, la prima donna a praticare la professione di avvocato in Italia è stata la poco conosciuta Lidia Poet, una studiosa molto tenace e appassionata che, nata nella provincia di Torino nel lontano 1855, è riuscita a ritagliarsi una piccola parte nella storia e a sovvertire i canoni e le leggi ferree del patriarcato dell'Italia del XIX secolo.

via Enciclopedia delle Donne

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Wikimedia

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Nata a Perrero in provincia di Torino nel 1855, Lidia si trasferisce poi a Pinerolo dal fratello Enrico, già avvocato, per svolgere la professione di maestra. Da lì, la donna si sposta per un breve periodo in Svizzera per imparare la lingua inglese e tedesca, per poi tornare a Pinerolo dal fratello, che l'aiuterà ad entrare all'Università di Torino per studiare legge.

Dopo essersi laureata a pieni voti in giurisprudenza nel 1881 presso l'Università di Torino, Lidia trascorre due anni di praticantato obbligatorio presso lo studio legare di Cesare Bertea, dove impara la professione di avvocato.

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United States Holocaust Museum/Wikimedia

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Il 9 agosto 1883 Lidia si iscrive finalmente all'Ordine degli Avvocati di Torino, non senza alcune traversie legali del tempo. Infatti, nel XIX secolo le donne non potevano praticare la magistratura, tant'è che il procuratore del Re a Torino sporge denuncia alla Corte d'Appello; Lidia non ci sta e fa ricorso alla Corte di Cassazione, che però conferma l'impossibilità legale.

Per questo, dopo vari tentativi vani, Lidia di vede costretta a praticare l'avvocatura nello studio legale del fratello Enrico, occupandosi guarda caso di beghe legate ai diritti dei minori, degli emarginati e delle donne.

Khmer Rouge Tribunal/Flickr

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Lidia Poet non si sposerà mai negli anni successivi, e continuerà a combattere per i diritti delle donne, fino a quando nel 1919 viene approvata la Legge Sacchi, che legiferava a proposito delle professioni: ora, le donne italiane potevano ricoprire tutte le cariche pubbliche, tranne in magistratura, in politica e nelle forze armate. Nel 1946 viene esteso nel Paese anche il diritto di voto alle donne, mentre Lidia Poet si spegne all'età di 94 anni il 25 febbraio del 1949.

Il primo concorso in Magistratura aperto anche alle cittadine italiane avverrà soltanto il 3 maggio del 1963; le prime otto donne giudice sono entrate poi in servizio nel 1965; un traguardo storico che Lidia Poet aveva da sempre sognato per sé e desiderato, ma che non ha fatto in tempo a vedere con i propri occhi.

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