Giulia Tofana, la donna che ha aiutato le mogli infelici a liberarsi dei mariti vendendo arsenico nei cosmetici

di Simone Fabriziani

29 Maggio 2020

Giulia Tofana, la donna che ha aiutato le mogli infelici a liberarsi dei mariti vendendo arsenico nei cosmetici
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Se siete appassionati di storie di cronaca nera, killer spietati e racconti di crimini e vendette esemplari, non potete non venire a conoscenza dell'incredibile storia di Giulia Tofana, una delle più spietate serial killer femminili della storia antica. Giulia ha vissuto nell'Italia del Sud nel XVII secolo per poi trasferirsi a Roma ed è entrata nella Storia come una delle donne più pericolose del suo tempo "grazie" ad un veleno di sua creazione: la cosiddetta "Acqua Tofana".

via History Collection

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Andrew Kuznetsov/Wikimedia

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Durante il XVII secolo, Giulia era diventata abile e popolare grazie alla creazione di cosmetici; uno di questi suoi intrugli si chiamava "Acqua Tofana" e conteneva abbastanza arsenico da uccidere una persona senza lasciare alcuna traccia; in questo modo, Giulia ha tenuto nascosto l'ingrediente segreto di questo suo cosmetico per almeno 50 anni, mietendo vittime su vittime. Il suo cosmetico era venduto in polvere oppure come unguento miracoloso, anche detto "Manna di San Nicola"; un espediente perfetto per non far notare la sua pericolosità...

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Wikimedia

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Il mercato dell'Acqua Tofana era costituito perlopiù da da donne infelici o che vivevano un matrimonio triste con un uomo che non le amava; non era difatti infrequenti nel XVII secolo i matrimoni combinati in cui le donne non avevano alcuna voce in capitolo e dove i mariti si sentivano liberi di trattare la moglie come più preferivano, spesso percuotendole, torturandole o vessandole.

Non è quindi un caso che il segreto nascosto di questo cosmetico era conosciuto solo da queste clienti affezionate, che usavano questa acqua particolare per avvelenare i propri mariti e richiedere così un "divorzio precoce" senza il pericolo di essere accusate di omicidio.

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L'Acqua Tofana era incolore, insapore ed inodore, perfetta per essere mescolata senza farsi notare nei bicchieri dei mariti; ma è stato proprio il pentimento verso il marito che ha segnato l'inizio della fine per Giulia; prima che il suo congiunto bevesse l'intruglio, la donna lo fermò e dovette spiegargli tutto. Così, l'uomo decise di denunciare Giulia all'autorità papale di Roma; per sfuggire all'arresto, la donna si rifugiò in una chiesa per chiedere rifugio ma, quando corse voce che Giulia aveva avvelenato anche l'acqua santa, irruppero nel luogo sacro e la arrestarono.

Alla fine, le autorità papali hanno torturato Giulia Tofana fino a quando non ha confessato di aver avvelenato oltre 600 uomini tra il 1633 e il 1651, ma è possibile che il numero reale fosse ancora più alto. Nel luglio del 1659, Giulia Tofana fu giustiziata insieme a sua figlia, anche lei complice della madre, e tre impiegate. Furono uccise a Campo de 'Fiori di Roma, un luogo popolare per l'esecuzioni in quel secolo.

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