Un'azienda crea un mini-drone che pesa solo 33 grammi, silenzioso e "tascabile"

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di Lorenzo Mattia Nespoli

25 Giugno 2020

Un'azienda crea un mini-drone che pesa solo 33 grammi, silenzioso e "tascabile"
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Negli ultimi anni, i droni sono diventati oggetti sempre più di uso comune. Sebbene le origini dei velivoli senza pilota sia già piuttosto vecchia e limitata all'utilizzo militare, il progresso tecnologico recente ha reso i droni via via più piccoli e alla portata dei civili, da usare per gli scopi più vari.

Il mondo militare, tuttavia, rimane quello più legato ai droni, visto che questi apparecchi sono stati spesso impiegati in contesti bellici, per ricognizioni e non solo. Uno degli ultimi ritrovati in materia, di cui stiamo per parlarvi, sembra proprio configurarsi come l'accessorio perfetto per questo scopo. Di che si tratta? Di un nano-drone, un dispositivo volante leggerissimo, ma allo stesso tempo robusto e quasi del tutto silenzioso.

via FLIR Systems

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FLIR Systems

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Si chiama Black Hornet ("calabrone nero" in italiano) ed è stato progettato e prodotto dalla FLIR Systems, un'azienda statunitense specializzata nella realizzazione di sistemi di imaging, localizzazione e misurazione. Questo apparecchio, nello specifico, è grande come un telefono cellulare e pesa appena 33 grammi. Quando è in funzione, il suo rumore quasi non si avverte, e ha un'autonomia di circa 25 minuti. Può inoltre trasmettere immagini live in alta definizione attraverso un collegamento dati sicuro.

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FLIR Systems

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Un dispositivo del genere la dice davvero lunga su quanto, ormai, il progresso tecnologico sia in grado di raggiungere livelli che, fino a qualche anno fa, erano semplicemente impensabili. Miniaturizzare un oggetto così significa intervenire nel concreto per fare in modo che dispositivi prima grandi, pesanti, rumorosi e ingombranti diventino quasi "tascabili", semplici da portare ovunque si vada.

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Non sappiamo se il Black Hornet prenderà piede a livello civile, ma di certo questo dispositivo ha attirato l'attenzione dell'esercito statunitense, che ha stipulato un contratto milionario con la FLIR Systems per l'acquisto di questi apparecchi volanti. Lo scopo è quello di fornirli in dotazione ai soldati nelle zone di guerra, proprio per le capacità di sorveglianza e ricognizione che offrono. Qualche - lecito - dubbio rimane sul fatto che implementare la costruzione di dispositivi così possa contribuire a farci sentire tutti un po' più "spiati"...

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