Usare la CO2 per produrre tessuti, vernici, materiali edili e molto altro: un nuovo catalizzatore lo rende possibile

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di Marco Renzi

18 Febbraio 2020

Usare la CO2 per produrre tessuti, vernici, materiali edili e molto altro: un nuovo catalizzatore lo rende possibile
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Il processo di catalizzazione è ben noto a chiunque abbia una conoscenza basilare della chimica: esso permette di trasformare acqua ed elettricità in idrogeno ed ossigeno. Un gruppo di ricercatori canadesi e statunitensi ha però scoperto un processo per cui, aggiungendo a questo mix l'anidride carbonica, si possono ottenere, in quantità molto maggiori rispetto a pochi anni fa, vari tipi di idrocarburi, come ad esempio l'etilene, il composto organico più largamente usato a livello mondiale.

via agenciasinc.es

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F. Pelayo García de Arquer

F. Pelayo García de Arquer

Normalmente l'anidride carbonica incontra molta difficoltà ad attraversare il liquido e a raggiungere la superficie del catalizzatore, su cui deve avvenire la reazione. Così, nel momento in cui si attiva il passaggio di corrente elettrica necessaria alla catalisi, la quantità di CO2 risulta molto limitata. Questo nuovo processo supera appunto questo limite: attraverso un polimero di rivestimento si facilita il trasporto dell'anidride carbonica lungo la superficie del metallo del catalizzatore, aumentando di molto la quantità che viene poi coinvolta nella reazione.

Inoltre, mentre questo procedimento fino a pochi anni fa permetteva un flusso dell'ordine di decine di milliampere per centimetro quadrato, il nuovo processo permette di lavorare con più di 1 ampere per cm2, e ciò vuol dire che molte più molecole di anidride carbonica possono essere interessate dalla trasformazione.

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Daria Perevezentsev / U of T Engineering

Daria Perevezentsev / U of T Engineering

Il materiale che risulterebbe dalla catalisi potrebbe essere usato in innumerevoli ambiti di produzione: dai materiali edili, al tessile, alle pitture, ai componenti per l'elettronica, fino ai pannolini o agli alcolici, come ha sottolineato il ricecatore F. Pelayo García de Arquer dell'Università di Toronto (Canada).

Infine, se tutto ciò non bastasse, bisogna considerare che il processo può essere alimentato con energia elettrica derivante da fonti rinnovabili come il solare o l'eolico, rendendo anche il processo di trasformazione ad impatto praticamente zero.

Speriamo di sentire presto parlare di questa scoperta, che aprirebbe diversi scenari nella riconversione e nel riutilizzo di questo abbondante e pericoloso gas serra.

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