Far conoscere le parolacce ai bambini è più positivo di quanto si pensi: parola di una scienziata

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di Claudia Melucci

14 Dicembre 2019

Far conoscere le parolacce ai bambini è più positivo di quanto si pensi: parola di una scienziata
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Basta un bambino nelle vicinanze a bandire dal linguaggio degli adulti ogni parolaccia, anche di quelli che normalmente ne fanno abbondante uso. Il rischio infatti è quello che i bambini le imparino, le usino inappropriatamente e soprattutto che mettano in cattiva luce i genitori. Questo è ciò che accade comunemente, ma secondo la scienziata esperta di intelligenza artificiale Emma Byrne bandire dal linguaggio determinate parolacce in presenza di bambini è sbagliato. Al contrario, usare espressioni di imprecazione sarebbe positivo.

via nationalgeographic.com

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Melissa Wiese/Flickr

Melissa Wiese/Flickr

"Cerchiamo di non usare un linguaggio forte in presenza di bambini fino al momento in cui non diventano grandi abbastanza da usarlo correttamente. Io sostengo fortemente di rivedere questo atteggiamento", afferma Emma Byrne, scienziata esperta di AI (intelligenza artificiale), nonché appassionata di neuroscienza. 

Secondo la dottoressa, infatti, far conoscere ai ragazzi le imprecazioni e le parolacce li aiuterebbe a capire meglio il linguaggio: "Imparare ad usare certe espressioni adeguatamente, con il supporto di un adulto empatico, è molto meglio che cercare di vietare ai bambini di usarle completamente".

Allontanare i bambini dal linguaggio comune, che si voglia o meno è ricco di "parolacce", significa creare dei tabù; in questo modo i bambini non saranno capaci di decifrare le emozioni di chi intorno a loro usa determinate espressioni.

La scienziata fa spesso appello allo studio che ha osservato come l'uso di parolacce abbia il potere di aumentare la tolleranza al dolore, a differenza di quando si cerca di rimanere composti: le parole hanno un effetto antidolorifico e ci ricordano come il dolore non sia solo un fenomeno biologico, ma anche psicologico. 

Dunque se di tanto in tanto vi scappa un "perdindirindina" – o peggio – non cercate di rimediare agli occhi dei bambini: piuttosto, spiegategli quale emozione vi ha suscitato quell'espressione!

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