Questa "tomba" di scorie radioattive nel Pacifico potrebbe aprirsi a causa dell'innalzamento dei mari

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di Lorenzo Mattia Nespoli

14 Novembre 2019

Questa "tomba" di scorie radioattive nel Pacifico potrebbe aprirsi a causa dell'innalzamento dei mari
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Quando pensiamo a un atollo del Pacifico sicuramente la prima immagine che ci viene in mente è quella di un paradiso fatto di acqua azzurra e cristallina, spiagge bianche, palme e vegetazione rigogliosa. Spesso, infatti, è proprio così, e ciò è valido anche per Runit, una delle terre emerse che compongono gli arcipelaghi delle Isole Marshall, in Oceania. 

La bellezza naturale di un luogo del genere, tuttavia, contrasta profondamente con la sua storia. A Runit, infatti, una struttura è tristemente conosciuta dalla gente del posto - e non solo - come "La Tomba". Si tratta di un deposito di scorie radioattive, che ora è tornato al centro dell'attenzione per le criticità che potrebbe generare.

via Los Angeles Times

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US Defense Special Weapons Agency/Wikimedia

US Defense Special Weapons Agency/Wikimedia

The Tomb è una gigantesca fossa, sigillata con una cupola di calcestruzzo (Runit Dome), che contiene oltre 87.800 metri cubi di rifiuti radioattivi. Proprio nella zona, durante gli anni '40 e '50 del Novecento, gli Stati Uniti effettuarono moltissimi test nucleari su ordigni e armamenti di vario genere.

Fra tutti, durante quello denominato "Castle Bravo", fu fatto detonare un ordigno termonucleare mille volte più potente di quelli sganciati su Hiroshima e Nagasaki, senza che le popolazioni circostanti venissero evacuate in tempo, con ovvie ripercussioni che, ancora oggi, vedono le Isole Marshall in causa contro gli USA in un processo internazionale.

E le scorie di ciò che è stato testato in quegli anni sono state sepolte proprio nel cratere creato su Runit. Una quantità enorme, che ora, per effetto dei cambiamenti climatici e dell'innalzamento dei livelli del mare, potrebbe tornare a costituire un pericolo. 

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Federal government of the United States/Wikimedia

Federal government of the United States/Wikimedia

Il livello del mare intorno alla Runit Dome, infatti, è aumentato di circa 7 millimetri all'anno dal 1993. Così, l'acqua ha cominciato a penetrare nel terreno sotto la grande cupola di calcestruzzo, il cui fondo, a differenza della copertura, non è mai stato rivestito con il materiale isolante. 

Il problema, legato al sollevamento delle maree, è che minacciano di sommergere la Tomba o di far incrinare la sua struttura, che quindi potrebbe aprirsi. Sebbene, per ovvi motivi, l'isola di Runit non è abitata, il rischio di fuoriuscita dei materiali radioattivi è reale, e potrebbe causare conseguenze che andrebbero ad aggiungersi alla grandissima catastrofe già provocata dai test nucleari statunitensi.

Un danno alla struttura di cemento, dunque, potrebbe causare pericolosi rischi per la salute degli abitanti delle Marshall, in particolare di quelli che vivono negli atolli più prossimi alla cupola. Senza contare che, qualora accadesse un simile disastro, le scorie radioattive finirebbero nell'oceano, con conseguenze facilmente immaginabili. 

ABC News-In depht/YouTube

ABC News-In depht/YouTube

Gli effetti reali dell'esposizione ai livelli attuali di radiazioni causati dal "cimitero" radioattivo del Pacifico sono ancora allo studio degli esperti. Non è chiaro, infatti, se le radiazioni prodotte dalla cupola siano già, effettivamente, dannose per le popolazioni locali.

Nonostante questo, negli anni successivi ai test e alla "ripulitura" statunitense (avvenuta fino al 1980), i problemi di salute non sono mancati. Di certo, gli abitanti delle Marshall vivono costantemente con la paura di un enorme pericolo imminente, proprio quello che potrebbe derivare da una rottura della cupola.

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