Un mare di roccia vulcanica invade l'Oceano Pacifico e si dirige in Australia: ecco perché è una buona notizia

di Marta Mastrogiovanni

27 Agosto 2019

Un mare di roccia vulcanica invade l'Oceano Pacifico e si dirige in Australia: ecco perché è una buona notizia
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Un fenomeno abbastanza particolare, a cui non capita di assistere ogni giorno, è quello delle eruzioni vulcaniche sottomarine che provocano la formazione di grandi ammassi di rocce porose che invadono gli oceani. È ciò che hanno avvistato alcuni marinai australiani, i quali si sono improvvisamente ritrovati a navigare ― letteralmente ― su un mare di rocce vulcaniche. Questa enorme porzione di rocce si sta lentamente dirigendo verso l'Australia e sebbene potrebbe essere pericolosa per la navigazione ― i marinai sono dunque avvertiti ― è anche potenzialmente vantaggiosa per la ripopolazione della Grande Barriera Corallina.

via BBC

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NASA Earth Observatory/Joshua Stevens

NASA Earth Observatory/Joshua Stevens

Tramite alcuni accertamenti, sembrerebbe che a provocare la formazione di queste rocce "fluttuanti" sia stata l'eruzione di un vulcano sottomarino nei pressi dell'arcipelago delle Tonga, nell'Oceano Pacifico meridionale. L'eruzione vulcanica ha così dato origine ad un "mare di pietra pomice", ricoprendo una porzione della superficie dell’oceano grande più di 150 Km quadrati (più grande dell'intero comune di Bologna). 

Il velista Shannon Lenz ha diffuso in rete un video in cui è possibile vedere la sua imbarcazione fluttuare nel mare di rocce. L'uomo ha dichiarato di aver navigato per 6-8 ore in un oceano ricoperto di pietra pomice. Alcuni campioni di pietra, grandi quanto palloni da basket, sono stati inviati alla Queensland University of Technology, in Australia, per essere analizzati. Scott Bryan, un geologo dell'università, ha affermato che rocce di questo tipo si vedono circa una volta ogni cinque anni nella regione e che in questo momento i più di mille miliardi di pezzi di pomice che galleggiano nell'oceano si stanno spargendo verso le Fiji, oltre la Nuova Caledonia e a Vanuatu.

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Facebook / Sail Surf ROAM

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Anche i satelliti della NASA hanno ripreso l'avvenimento. Se le rocce raggiungeranno veramente l'Australia (ci vorrebbero 7-12 mesi circa), ciò potrebbe essere un evento totalmente positivo per la povera Barriera Corallina, dichiarata ormai da tempo morta a causa del cambiamento climatico. Secondo gli esperti, gli animali marini si attaccherebbero alle rocce galleggianti per essere trasportati più velocemente dalla corrente; in questo modo, nel giro di qualche mese o un anno, potrebbero raggiungere davvero la Barriera Corallina, andando a ripristinare anche solo parzialmente gli ecosistemi danneggiati.

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