Una ragazza di 12 anni vuole evitare che la nonna malata di Alzheimer si dimentichi di lei: ecco la sua invenzione

di Marta Mastrogiovanni

19 Agosto 2019

Una ragazza di 12 anni vuole evitare che la nonna malata di Alzheimer si dimentichi di lei: ecco la sua invenzione
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L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa davvero crudele, che priva le persone che ne sono affette dei loro ricordi più cari, riducendole in uno stato di torpore e di incoscienza, difficile da tollerare anche per chi assiste i malati ogni giorno. I sintomi principali della malattia sono problemi di memoria, cambiamenti repentini del comportamento, fino alla totale perdita della propria identità. Nelle fasi finali della malattia, si arriva persino a dimenticare alcune funzioni di base del corpo come, ad esempio, deglutire. Emma Young, una ragazzina di 12 anni, non si è arresa di fronte alla malattia della nonna ed ha deciso di migliorare le condizioni di vita di chi soffre di questo terribile male.

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Facebook / Timeless

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Emma Young è una ragazza di 12 anni, nata a Honk Kong, che sin dall'età di 8 anni ha convissuto con i sintomi dell'Alzheimer della nonna. Trattandosi di una malattia degenerativa, la nonna aveva a poco a poco iniziato a confondere i nomi e l'età dei nipoti, poi i nomi di tutta la famiglia e, infine, un giorno, non ha riconosciuto più sua nipote. Emma, in quel periodo, si era trasferita a New York con i propri genitori e comunicava con sua nonna tramite computer o telefono.

Avendo modo di coltivare la sua grande passione per la tecnologia, Emma ha iniziato a programmare un'applicazione che potesse essere d'aiuto per sua nonna e per tutte quelle persone colpite dall'Alzheimer, che soffrono degli stessi identici disturbi. A soli 12 anni, Emma è riuscita a creare "Timeless" (Eterno), un'applicazione che aiuta i pazienti a ricordare le proprie azioni e a riconoscere i propri cari. La ragazza ha parlato con tantissime persone affette da questa malattia ed ha ricevuto supporto dalla dottoressa specialista Melissa Kramps, per scoprire ed approfondire le sue nozioni sulla malattia.

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L'applicazione, che ha ricevuto i finanziamenti del Michael Perelstein Memorial Institute, ha due strumenti principali: uno, consente ai pazienti di registrare le azioni dei propri cari, vedendo ciò che fanno e ciò che dicono, consentendo anche il riconoscimento facciale che indica al paziente che sta comunicando con i propri cari, nel caso in cui dovesse dimenticarlo. Un altro strumento molto utile, è proprio quello del riconoscimento facciale: la funzione "identifica", consente all'utente di fotografare una persona per scoprirne il nome e la relazione che intrattengono con loro. In questo modo, i pazienti possono riconoscere i loro amici e familiari. Inoltre, se la persona tenta di richiamare qualcuno con cui ha appena finito di parlare, l'applicazione gli ricorda che ha già compiuto quell'azione e gli chiede se desidera continuare la chiamata. 

L'uso di questa app ha avuto sin da subito un impatto positivo sulla nonna della ragazza, la quale non poteva esserne più felice: "Non potevo lasciare che mia nonna si dimenticasse di me, che non riconoscesse mio padre e che lei stessa si fosse persa nell'oscurità della sua mente. Ora sono felice. Sa chi sono e sa chi è." 

Ci auguriamo che questa invenzione possa essere utilizzata da più persone possibili e che riesca a portare un po' di sollievo nelle vite di chi soffre di Alzheimer e di chi assiste i propri cari durante questo terribile percorso.

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