Avere un lavoro in cui devi sorridere forzatamente può avere effetti molto pesanti sul tuo equilibrio emotivo

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di Marco Renzi

09 Agosto 2019

Avere un lavoro in cui devi sorridere forzatamente può avere effetti molto pesanti sul tuo equilibrio emotivo
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A meno che non svolgiate la professione di allevatore di cuccioli di panda o di assaggiatore di cioccolato, potete convenire con noi che nessun lavoro si possa definire esente da momenti difficili e faticosi. Spesso le criticità derivano da un capo esigente, a volte da un manipolo di colleghi pressanti; ma molte volte, a rendere le giornate difficili, vi è il costante contatto con il pubblico.

Chi lavora con i clienti deve "per contratto" mantenere un atteggiamento gentile qualunque sia il livello di maleducazione della persona che ha davanti. In altre parole, da un lavoratore del genere ci si aspetta che sorrida, anche quando avrebbe voglia di inveire e urlare. Uno studio pubblicato sul Journal of Occupational Health Psychology ha però evidenziato la pericolosità di questo processo, collegandolo all'insorgenza di un malessere profondo che porta in molti casi al vizio del bere.

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Ray Sawhill/Flickr

Ray Sawhill/Flickr

La ricerca è stata condotta in forma di intervista telefonica su un campione di oltre 1.500 lavoratori statunitensi. Il risultato, dopo aver analizzato i dati, è stato schiacciante: chi doveva fingere gentilezza, sorridendo ai clienti durante tutto l'orario lavorativo, era incline a concedersi più di un drink a fine giornata. Ma perché questa strana connessione, anche nelle persone che non avevano mai avuto tendenze verso l'assunzione di alcol?

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laughlin.af.mil

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Alicia Grandey, una professoressa di Psicologia della Penn State University che ha partecipato allo studio, ha legato questo processo alla necessità di controllare le emozioni in modo forzato. Coloro che devono reprimere i propri sentimenti, sopratutto quelli negativi, tendono poi a non riuscire più a contenere l'impulsività una volta che l'orario di lavoro è terminato. Così, un innocente drink post lavoro finisce per scatenare una necessità di sfogo che molto spesso si risolve nel bere in maniera incontrollata o comunque innaturale.

Lo svuotamento emozionale che deriva dal dover fingere e sorridere per ore ed ore, si trasforma in una implacabile necessità di dare libero sfogo al proprio io, e l'alcool diventa un mezzo perfetto per ottenere questo risultato.

Inoltre, questo processo non sembra essere connesso con il livello di retribuzione. Essere ben pagati per il proprio lavoro aiuta a sopportarlo meglio sul lungo termine, ma gli effetti quotidiani sull'equilibrio emotivo sono esattamente gli stessi di un lavoratore sottopagato.

Cosa pensate dei risultati di questo studio? Avete mai avuto esperienze lavorative a contatto con il pubblico e riscontrato questa forma di stress?

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