La facciata di questa chiesa di Napoli nasconde un segreto sepolto nei secoli: ce lo svela uno studio

di Simone Fabriziani

25 Aprile 2019

La facciata di questa chiesa di Napoli nasconde un segreto sepolto nei secoli: ce lo svela uno studio
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Napoli, capoluogo della regione Campania, è tra i tesori italiani più inestimabili, così carica di arte e scorci incredibili che una visita alla città natale della pizza è tra le attività da fare almeno una volta nella vita. Napoli però, con le sue miriadi di chiese antiche, è anche ricca di segreti nascosti nell'architettura che nei secoli hanno risvegliato delle congetture affascinanti Questo è quello che è accaduto alla facciata della Chiesa del Gesù Nuovo.

via La Voce di Napoli

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Realizzata con la tecnica del bugnato "a punta di diamante" dove i blocchi di pietra sono sovrapposti in modo che l'effetto alla vista sia di punteruoli massicci che fuoriescono dalla imponente facciata, la Chiesa del Gesù Nuovo nasce alla fine del XVI secolo sulle fondamenta del precedente palazzo nobiliare dei Sanseverino grazie alla volontà della Compagnia dei Gesuiti, gli stessi che hanno fortemente voluto la ristrutturazione della facciata, proprio quella che, secondo una ricerca intrapresa a partire dal 2005 dallo storico dell'arte Vincenzo De Pasquale,nasconde dei segreti insospettabili.

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Lo storico dell'arte, assieme al collega Salvatore Onorato, ha notato che molti dei blocchi di pietra a punta di diamante che componevano la facciata del Gesù Nuovo di Napoli erano contrassegnati da alcune tacche, che in passato e in generale nella storia dell'arte vengono indicati come il segno della provenienza di ciascun blocco. Ma continuando ad indagare, Vincenzo De Pasquale scopre che preesistevano alcune teorie secondo cui le tacche portavano con loro dei significati esoterici ed alchemici nascosti.

Dopo un'attenta mappatura di tutti i blocchi di pietra della facciata, De Pasquale e Onorato hanno scoperto che le tacche altro non erano che le corrispondenze ad alcune lettere dell'alfabeto aramaico!

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La lingua aramaica, quella parlata correntemente nella Palestina dell'epoca di Gesù più di tremila anni fa, era costituita da 22 lettere di grafia differente, eppure sulla facciata del Gesù Nuovo di Napoli erano presenti soltanto sette di questi simboli antichissimi. Ed è qui che la scoperta più sorprendente si svela ai due storici dell'arte: le sette lettere dell'alfabeto aramaico corrispondono alle note musicali, e l'intera facciata in bugnato è un un enorme spartito musicale lasciato in codice dalla famiglia Sanseverino nel XVI secolo prima dell'arrivo, e gli sconvolgimenti strutturali, dei Gesuiti.

Oggi, la partitura musicale ricostruita viene chiamata "partitura Enigma", eseguita attualmente con l'organo che è uno strumento musicale che riesce a restituire nella sua interezza la bellezza delle note e l'enorme mistero che si è celato per secoli dietro la celeberrima facciata della ricca chiesa di Napoli.

Avete mai visitato la splendida chiesa dei Gesuiti nel capoluogo campano? Conoscevate la storia occulta dietro alla magnifica facciata?

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