I disturbi gravi dell'autismo si riducono del 47% con la batterioterapia fecale: ecco in cosa consiste

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di Claudia Melucci

16 Aprile 2019

I disturbi gravi dell'autismo si riducono del 47% con la batterioterapia fecale: ecco in cosa consiste
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Abbiamo così tanto sentito parlare di alcune condizioni di salute che, pur non essendo esperti di medicina, sapremmo benissimo indicarne l'origine: ad esempio, l'autismo, per quanto sia ancora ignoto sotto molti punti di vista, può essere ricondotto a grandi linee ad una condizione neurologica.

Eppure, gli ultimi studi sull'autismo non si concentrano affatto sul cervello o su quelle parti del corpo ad esso strettamente collegate: l'Università dell'Arizona, ad esempio, ha osservato come i disturbi dell'autismo vengano enormemente appianati intervenendo sull'intestino. 

via Nature

pixabay

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Sono sempre più evidenti le prove che in qualche modo tutti i disturbi che si possono far ricadere nel cosiddetto spettro dell'autismo abbiano a che fare con la salute intestinale: ancora non si sa molto su chi sia la causa e chi la conseguenza, ma sono molto interessanti i risultati ottenuti da un importante studio che ha osservato come una terapia intestinale migliori enormemente le condizioni associate all'autismo.

Oltre alle difficoltà relative alle interazioni sociali, al controllo motorio e allo sviluppo cognitivo, l'autismo può presentarsi in associazione anche a frequente problemi intestinali: l'Università dell'Arizona ha approfondito questo collegamento, osservando gli effetti di una terapia decisiva e innovativa.

I ricercatori statunitensi hanno deciso infatti di sottoporre i volontari alla ricerca – 18 bambini con autismo, di età compresa tra i 7 e i 16 anni, con problemi intestinali da moderati a severi – non alle tradizionali terapie a base di probiotici o antibiotici, ma ad un trapianto completo di microflora intestinale.

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Ed Uthman/Flickr

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Il trapianto, anche noto come batterioterapia fecale, consiste nel rinnovare completamente i microorganismi intestinali trapiantando un microbiota sano, prelevato dalle feci di un donatore. Dopo un trattamento di 8 settimane, i bambini non hanno solo sperimentato una riduzione pari all'80% dei disturbi gastroitestinali, ma hanno dimostrato anche un sensibile miglioramento dei disturbi associati all'autismo. 

A distanza di due anni dall'esperimento, i ricercatori hanno potuto confermare i benefici a lungo termine della terapia, tanto che, se all'inizio della terapia l'83% dei bambini poteva considerarsi appartenente ad una condizione di autismo severo, ora solo il 17% continuava a farne parte. In generale, i tratti acuti dell'autismo si sono ridotti del 47%.

L'intestino è senza dubbio un punto inusuale da cui partire per trattare condizioni neurologiche, quali l'autismo, ma è sempre più evidente come la salute intestinale sia strettamente collegata alla salute mentale: per questo la batterioterapia fecale è vista come la "terapia del futuro" per molte malattie. 

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