Secondo i medici, esistono le prove di un'imminente pandemia di Parkinson

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di Claudia Melucci

05 Febbraio 2019

Secondo i medici, esistono le prove di un'imminente pandemia di Parkinson
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C'è stato un tempo in cui il Parkinson era una malattia rara. Non stiamo parlando poi di tempi così remoti, ed è proprio questo crescere vertiginoso dei casi di Parkinson nell'ultimo secolo che fanno parlare i medici di pandemia. Con un articolo intitolato Identificate le prove emergenti di un'imminente pandemia di Parkinson, pubblicato sulla rivista ufficiale della patologia, i ricercatori vogliono che il mondo si prepari adeguatamente alla più grande sfida in tema di salute dei nostri tempi.

via Journal of Parkinson's Disease

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 eberhard grossgasteiger/Unsplash

eberhard grossgasteiger/Unsplash

Il Parkinson si diffuso rapidamente e le cause che ne hanno alimentato la diffusione sono ancora valide oggi: l'aumento della longevità e alcuni prodotti chimici tipici dei paesi industrializzati (pesticidi, solventi e metalli pesanti), da tempo collegati al Parkinson.

I disturbi neurologici sono oggi la principale causa di disabilità in tutto il mondo, ed il Parkinson è tra quelli che si diffondono ad un tasso molto più elevato. Basti pensare che nel 1855, quarant'anni dopo la scoperta della malattia da parte del dottor James Parkinson, solo 22 persone morirono di Parkinson in Inghilterra e in Galles; dal 1999 al 2015, il numero di persone affette dal disturbo in tutte il mondo sono aumentate a 6 milioni. Entro il 2040, il numero è stimato ad arrivare a 12 milioni – anche se una stima peggiorativa prevede 17 milioni.

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Journal of Parkinson's Disease.

Journal of Parkinson's Disease.

Ad oggi, il mondo è chiaramente impreparato ad affrontare una simile pandemia, come la chiamano gli autori dell'articolo pubblicato sul Journal of Parkinson's Disease. Mancano gli strumenti per prevenire la malattia, per difendere le risorse che ne ostacolano la diffusione, mancano i sistemi di cura per tutte le persone che ne sono affette e nuovi farmaci; la terapia più efficace disponibile oggi è vecchia di cinquant'anni. 

L'aspettativa di vita si allunga sempre di più e le sostanze chimiche tossiche alla base della malattia si fanno sempre più abbondanti; tutto questo significa che i malati di Parkinson sono destinati ad aumentare, vertiginosamente. 

"Speriamo che questo articolo aumenti la consapevolezza sull'entità della sfida che il Parkinson ci pone e che costituisca la base per costruire una risposta valida ad uno dei più grandi quesiti sulla salute dei nostri tempi", hanno detto gli autori dello studio, aggiungendo che la pandemia del Parkinson è prevenibile, non inevitabile. 

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