Sono passati solo 60 anni da quando in Europa si potevano visitare gli zoo umani

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di Claudia Melucci

30 Gennaio 2019

Sono passati solo 60 anni da quando in Europa si potevano visitare gli zoo umani
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È passato meno di un secolo da quando in Europa vennero allestite le esposizioni etnografiche, o per meglio dire gli zoo umani. All'inizio dell '900, infatti, era fatto sorprendente poter osservare da molto vicino quello che era comunemente considerato l'anello mancante tra l'uomo bianco occidentale e la scimmia. 

Donne, uomini e bambini di diverse parti dell'Africa furono deportati dai loro luoghi di origine, per essere sistemati in delle gabbie, vicino ad altri animali: per molti di loro fu troppo difficile superare il rigido inverno europeo, altri dovettero sopportare a lungo gli sguardi indagatori di visitatori non troppo innocenti.

Basilea, Torino, Bruxelles: in diverse città europee furono aperti zoo destinati ad ospitare esseri umani, oltre che animali esotici.

Basilea, Torino, Bruxelles: in diverse città europee furono aperti zoo destinati ad ospitare esseri umani, oltre che animali esotici.

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La curiosità, infatti, ben presto si spostò dagli animali agli esseri umani che abitavano quelle stesse terre, anch'essi considerati così inusuali da essere studiati attentamente.

La curiosità, infatti, ben presto si spostò dagli animali agli esseri umani che abitavano quelle stesse terre, anch'essi considerati così inusuali da essere studiati attentamente.

Le persone che caddero vittime degli zoo umani vennero trattate alla stregua di animali: anzi, spesso condividevano le stesse gabbie, per suggerire in modo ancora più diretto il messaggio di inferiorità.

Le persone che caddero vittime degli zoo umani vennero trattate alla stregua di animali: anzi, spesso condividevano le stesse gabbie, per suggerire in modo ancora più diretto il messaggio di inferiorità.

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In quegli stessi anni, infatti, si diffusero nuove teorie che sostenevano l'inferiorità dei popoli africani rispetto all'uomo occidentale bianco.

In quegli stessi anni, infatti, si diffusero nuove teorie che sostenevano l'inferiorità dei popoli africani rispetto all'uomo occidentale bianco.

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Tra i teorici del cosiddetto razzismo scientifico (1850-1818) ci furono Carl Vogt, Herbert Hope Risley (che utilizzava il rapporto tra la larghezza del naso e la sua altezza per stabilire la provenienza ariana) e Ernst Haeckel (che analizzando l'anatomia del popoli africani stabilì che questi erano più prossimi alle scimmie e quindi meno propensi alla civilizzazione rispetto ai bianchi).

Gli zoo umani iniziarono ad essere meno frequenti intorno al 1935, ma nel complesso tardarono a scomparire: basta pensare, infatti, che l'ultima volta che venne ricreato in una mostra un villaggio africano – congolese, nello specifico –, con tanto di uomini e animali, fu nel 1958, in occasione della fiera mondiale di Bruxelles.

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