Un gruppo di esperti mette a punto una dieta globale che può sfamare 10 miliardi di persone: ecco in cosa consiste

di Alberto Ragazzini

25 Gennaio 2019

Un gruppo di esperti mette a punto una dieta globale che può sfamare 10 miliardi di persone: ecco in cosa consiste
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Lo stile alimentare globale è stato aspramente criticato e definito "catastrofico" dai 37 esperti partecipanti allo studio biennale pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet. Sarebbe infatti dannoso per la nostra salute e per il nostro pianeta continuare su questa strada: la soluzione è un nuovo tipo di dieta basata su un consumo maggiore di vegetali e legumi. Tutto ciò richiederebbe una rivoluzione "alimentare" globale e le risorse a nostra disposizione sono ormai limitate...

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Potrebbe essere importantissimo e di vitale importanza, rivoluzionare l'alimentazione globale per impedire milioni di morti e un impatto catastrofico sul pianeta. È questo il fulcro dello studio pubblicato sula rivista scientifica The Lancet da 37 esperti in medicina, cambiamenti climatici, agricoltura e nutrizione provenienti da tutto il mondo. Nel 2050 sono previste oltre 10 miliardi di terrestri da sfamare e la soluzione migliore secondo gli esperti è quella di adottare una dieta flexitariana, a base di verdure, legumi, cereali e molte meno proteine animali. 

La dieta proposta nello studio ha una base di 2500 Kcal giornaliere, la quantità media di zuccheri e carne rossa abitualmente consumati è dimezzata, mentre vegetali, legumi e frutta secca sono raddoppiati. Si parla di circa 7-14 grammi al giorno di carne rossa (un totale di circa un hamburger a settimana), pollo e pesce un paio di volte a settimana, le uova soltanto una ogni 7 giorni, un bicchiere di latte può essere consumato giornalmente e può essere sostituito con l'equivalente del peso in formaggio. Concludono il pasto verdure in quantità, legumi, pochi cereali e ortaggi amidacei come la patata. 

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Seguire alla lettera questa dieta però richiederebbe una rivoluzione culturale ed economica globale: Europa e Stati Uniti dovrebbero ridurre drasticamente il consumo di carne, l'Asia il consumi di pesce mentre l'Africa di verdure amidacee. Una simile trasformazione potrebbe salvare circa 11,6 milioni di morti precoci ogni anno a causa di una cattiva alimentazione e avere un impatto positivo sull'ambiente.

Un quarto delle emissioni di gas serra sul pianeta è prodotto dalla produzione di cibo, più di quanto viene prodotto da tutti i trasporti del pianeta. Il settore dell'allevamento è il responsabile di oltre il 14% dei gas prodotti per attività umane, l'agricoltura contribuisce alla produzione di metano e ossidi di azoto. Il 70% dell'acqua dolce delle riserve mondiali è usato per l'irrigazione e per la produzione di cibo.

Picryl

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Un Kg di carne di manzo costa 5 kg di cereali e acqua, e circa 30 grammi di questo piatto finiranno nella pattumiera come scarto. Questa proposta e questo studio sono stati ampiamente criticati dalla critica, dagli allevatori e dai produttori agricoli che hanno sottolineato quanto sia importante l'apporto delle proteine animali in una dieta. D'altro canto anche aumentare la produzione agricola potrebbe rappresentare un problema: l'eccessivo sfruttamento dei terreni comporterebbe ulteriori consumi idrici, deforestazioni e l'esaurimento delle riserve mondiali di fosforo usato per la produzione di fertilizzanti agricoli. 

Insomma, qualunque sia il proprio punto di vista, inizia diventare difficile riuscire a trovare una soluzione che possa soddisfare tutti quanti. 

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