10 "cattive" abitudini che nascondono insospettabili benefici per la salute

di Giulia Bertoni

28 Marzo 2018

10 "cattive" abitudini che nascondono insospettabili benefici per la salute

Uno stile di vita fatto di abitudini poco salutari non è mai da elogiare ma, rimanendo nel mondo reale, è pur vero che eliminare del tutto gli elementi insalubri dalla nostra esistenza è molto difficile.
A ben indagare, inoltre, viene fuori che alcuni di essi possono persino essere sintomo d'intelligenza, salute e sanità mentale.
Qui troverete un elenco di dieci abitudini considerate in qualche modo nocive che, al contrario di quanto si dica, possono rivelarsi un bene!

10 abitudini considerate dannose che hanno anche un aspetto positivo

10 abitudini considerate dannose che hanno anche un aspetto positivo

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  • Procrastinare. Il professor Adam Grant, della prestigiosa business school di Wharton, porta l'attenzione sul fatto che a volte rimandare un compito non è solo segno di pigrizia, ma anche di riflessione e di capacità di arrivare a fare le cose al momento giusto.

  • Mangiarsi le unghie. Insieme a quella di succhiare il dito, sembra essere un'abitudine che nel lungo periodo rende le persone meno esposte allo sviluppo di allergie. Perlomeno è questo che suggerisce uno studio che ha seguito 1000 persone per quasi trent'anni della loro vita.

  • Essere dei ritardatari cronici. Come ci fa notare la scrittrice Diane DeLonzor, che su questo argomento ha scritto un libro molto apprezzato, "Queste persone credono davvero che in un'ora sia possibile fare jogging, passare in tintoria, poi al supermercato e poi portare i figli i scuola. Hanno insomma l'ammirevole dote di essere degli ottimisti: sperano nel meglio e si aspettano il meglio, dalla vita".

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Wikimedia Commons

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  • Masticare la gomma. Non fa bene perché stimola la digestione al momento meno opportuno, ma diversi studi sulla gomma da masticare suggeriscono che aiuti a rilassarci e al contempo a farci essere più vigili, che migliora il nostro umore, abbassa i livelli di ormone dello stress nel sangue (cortisolo) e infine pare che ci ha questa abitudine ottenga risultati migliori nei test d'intelligenza...

  • Lamentarsi. Non parliamo di coloro a cui non sta bene nulla e non fanno che renderlo presente al prossimo, ma di quelle persone che lo fanno scegliendo con cura il momento, le parole e le persone con cui farlo. Esse non solo riescono a cambiare le cose che credono sbagliate, ma risultano essere più felici della media.

  • Avere una scrivania disordinata. Essere circondati dal disordine sul posto di lavoro ci spingerebbe a cercare l'ordine altrove, ad esempio nel lavoro stesso! Secondo degli studi, infatti, chi non si cura di avere una scrivania impeccabile potrebbe essere più impegnato a ottenere risultati utili ai fini professionali.

  • Non riuscire a stare fermi. Durante le riunioni importanti sarebbe meglio evitare, ma la necessità di muovere le gambe, tamburellare le dite e altri movimenti tipici del lavoro sedentario potrebbero fare davvero bene alla salute. Uno studio di medicina preventiva ha appurato che le persone che hanno questa abitudine hanno un rischio di mortalità generale più basso.

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  • Parlare degli altri. Non vi stiamo invitando a sparlare del prossimo, ma a scoprire che parlare di altri per aiutare qualcuno in qualche modo ci fa sentire meglio. Ad esempio, intervenire in difesa di qualcuno su cui si stanno dicendo cose non vere, ha il potere di tranquillizzarci e regolarizzare il battito cardiaco.

  • Sognare ad occhi aperti. Se rappresenta una costante della vostra, allora non è affatto benefico, ma quando vi concedete qualche minuto di riposo per lasciare la mente libera di vagare, succede che quando tornate a concentrarvi sul lavoro avrete molte probabilità di riuscire meglio e persino di trovare soluzioni che prima vi sfuggivano.

  • Usare molte interiezioni. Ricorrere a queste parole di riempimento (uhm, ehm, mmm, ecc.) può forse farvi apparire scarsi nell'arte oratoria, ma sarebbe un modo per facilitare la comprensione in chi ci ascolta e aiutare a ricordare il contenuto del nostro discorso.
    Uno studio ha inoltre rilevato un collegamento fra chi fa ampio uso di queste parole e una devozione e uno stacanovismo particolarmente sviluppati.

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