Presto potremmo riuscire a parlare con gli animali e capire cosa dicono grazie all'intelligenza artificiale

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di Francesca Argentati

18 Aprile 2024

Presto potremmo riuscire a parlare con gli animali
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Riusciremo mai a comunicare con i nostri animali comprendendo ciò che dicono? L'intelligenza artificiale potrebbe presto renderlo possibile, ecco come.

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Tradurre il linguaggio animale in quello umano: il progetto

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I modelli di intelligenza artificiale improntati sul linguaggio umano sono ormai ampiamente diffusi e utilizzati. Ora, quindi, è il momento di spostare l'attenzione su un altro tipo di comunicazione: quella animale. Nella pratica, l'obiettivo è quello di poter utilizzare un dispositivo come il cellulare e tradurre in diretta i versi di un cane, un gatto, un uccellino o altri animali, compresi quelli selvatici. E così, durante una passeggiata nel bosco, ad esempio, incontrando due scoiattoli intenti a squittire, basterebbe estrarre il telefono per sapere cosa si stanno dicendo.

Sembra fantascienza, ma ben presto tutto questo potrebbe diventare realtà grazie all'ambizioso progetto dell'ESP, Earth Species Project, organizzazione no profit fondata da Aza Raskin, la cofondatrice di Mozilla Labs, e Britt Selvitelle del team di che ha fondato Twitter. L'idea è quella di riuscire a decodificare la comunicazione non umana, e dunque animale, tramite l'intelligenza artificiale.

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Decodificare la comunicazione animale con l'AI: i vantaggi e sfide

La riuscita del progetto potrebbe avere più vantaggi. Oltre a poter comprendere il linguaggio animale, già di per sé estremamente avvincente, riuscire a decodificarlo potrebbe favorire lo sviluppo di strategie per favorire la protezione e la conservazione delle specie selvatiche. Conoscere i pensieri degli animali, il loro modo di interagire, ricordare e vedere il mondo attraverso l'apprendimento automatico potrebbe essere utile all'elaborazione di nuovi strumenti per comprenderli e tutelarli.

Per farlo, occorre raccogliere dati bioacustici emessi da diverse specie e tradurli nella nostra lingua. Un obiettivo che, di certo, presenta non poche sfide. Un conto è creare un modello artificiale in grado di elaborare il linguaggio umano, un altro è farlo con quello della fauna. L'ostacolo numero uno è la mancanza di dati fondamentali: non c'è alcuna comunicazione animale scritta su cui addestrare un modello di AI, senza contare che ogni animale "parla una lingua" a sé. Per questo motivo, l'ESP sta raccogliendo suoni e registrando video dalla fauna selvatica e domestica dell'intero pianeta, il primo passo per la realizzazione dei modelli base.

Comunicazione animale come una lingua straniera

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L’IoT, internet of things, una rete di dispositivi dotati di sensori e software che permette loro di raccogliere dati e condividerli, facilita l'arricchimento dei seti di dati da moltissime fonti, che verranno poi analizzati da strumenti AI per decodificarne il significato. Rakin ha affermato: "Immagina se potessimo costruire una balena o un corvo sintetico che parlano a una balena o a un corvo in modo che non possano capire che non stanno parlando con uno di loro. Il colpo di scena è che potremmo essere in grado di impegnarci nella conversazione prima di capire cosa stiamo dicendo."

Più di 40 biologi hanno preso parte al progetto, con la collaborazione di oltre quindici università. I ricercatori intendono trattare i suoni degli animali come fossero a tutti gli effetti una lingua straniera, rappresentandoli in forma trascritta. Insomma, non resta che attendere che il progetto raggiunga il suo obiettivo e diventi realtà.

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