Il vino prodotto dagli antichi Romani aveva questo aspetto, colore e sapore: lo svela uno studio

Francesca Argentati image
di Francesca Argentati

24 Gennaio 2024

Il vino prodotto dagli antichi Romani aveva questo aspetto, colore e sapore: lo svela uno studio
Advertisement

Sei curioso di conoscere quale sapore, colore e odore avesse il vino nell'epoca romana? Gli archeologi ce lo rivelano grazie allo studio degli antichi vasi che lo contenevano.

Advertisement

Antichi Romani, estimatori e produttori esperti di vino

Antichi Romani, estimatori e produttori esperti di vino

Cambridge University

Proprio durante il prosperoso Impero Romano ci fu una crescente e progressiva conoscenza del vino, il quale acquistò una valenza sempre più importante e un ruolo di primo piano. Data la passione per gli Antichi Romani per la bevanda degli dei, la scienza si è a lungo domandata come fosse il vino da loro prodotto, senza riuscire a scoprire quale fosse il suo aroma distintivo, racchiuso in brocche di terracotta, riservate alle classi sociali più abbienti. Un nuovo studio, tuttavia, è riuscito in questo ambito intento, scoprendo finalmente qual era il sapore del vino ingurgitato da gladiatori e imperatori.

Gli antichi Romani, si sa, erano grandi estimatori del vino e non disdegnavano questa bevanda alcolica, tanto da averne fatto un'arte. Proprio a loro, infatti, si deve lo sviluppo di metodi e tecniche per la produzione vinicola, testimoniate in numerosi testi classici: da Orazio a Plinio, da Palladio a Virgilio, sono molti gli autori ad aver affrontato questo tema nei propri scritti dell'epoca. A quanto pare, il vino degli antichi Romani non era poi così diverso da alcuni di quelli moderni, specialmente se comparati con quelli della Georgia di oggi. La tecnica di vinificazione più diffusa e utilizzata per secoli prevedeva di lasciar fermentare l'uva all'interno di un grande vaso, il dolio, deposto sotto la superficie del terreno e lasciando scoperta soltanto "la testa". Questo recipiente era impiegato per vinificare, invecchiare e conservare la bevanda.

Advertisement

Colore, odore e sapore del vino prodotto dagli antichi Romani

Colore, odore e sapore del vino prodotto dagli antichi Romani

Cambridge University

L'odore di queste bevande era simile a quello del pane tostato, mentre il gusto era piuttosto speziato e leggermente piccante, con un sapore che richiamava la nocciola e la frutta, grazie alla fermentazione di tannini, presenti in dosi elevate nella buccia degli acini. L'autore principale dello studio, Dimitri Van Limbergen, archeologo dell'Università di Ghent, Belgio, ha spiegato che "i vini antichi ottenuti da uve bianche e realizzati secondo le tecniche di cui discutiamo sono destinati ad avere un sapore ossidativo, con aromi complessi di pane tostato, frutta secca (albicocche, per esempio), noci tostate (noci, mandorle), tè verde e con una sensazione in bocca molto secca e sdolcinata (molti tannini nei vini provenienti dalle bucce dell'uva)." Van Limbergen ha sottolineato inoltre la somiglianza con molti vini georgiani, i quali "hanno un sapore fantastico e sono molto bevibili (contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da profili di gusto così complessi). La fermentazione e la conservazione del vino in contenitori di argilla semisepolti era il modo più importante di vinificazione nel mondo romano tra il II secolo a.C. e il III/IV secolo d.C., dopo di che le botti divennero sempre più utilizzate."

E per quanto riguarda la tonalità? I residui di uva che restavano sul fondo di questi contenitori tipici aiutavano a rendere la bevanda più stabile senza alterarla, conferendole una colorazione arancione, considerata divina dagli Antichi Romani. Il metodo della sepoltura del dolio ha consentito di tenere sotto controllo la temperatura del vino, il pH e l'umidità, ricavandone l'aroma voluto e agevolando la formazione del sotolon, un composto chimico, e dei lieviti superficiali, responsabili dell'aroma vagamente speziato. Tramite il controllo dell'ossidazione, si può ottenere un vino ottimo, "poiché concentra il colore e crea piacevoli sapori erbacei, di nocciola e di frutta secca" si legge nello studio.

Il vino degli antichi Romani era simile a quello prodotto oggi in Georgia

Il vino degli antichi Romani era simile a quello prodotto oggi in Georgia

Cambridge University

La tecnica romana, dunque, non era affatto amatoriale e improvvisata, ma meticolosa e controllata. Inoltre, presenta "parallelismi, spesso inaspettati, tra la vinificazione moderna e quella antica, svelando tratti comuni nelle procedure di vinificazione millenarie. I risultati del nostro studio ci costringono a mettere in discussione diverse ipotesi di lunga data sulla vinificazione romana: i Romani producevano vini molto migliori, più gustosi e molto più stabili di quanto comunemente si supponga" ha affermato Van Limbergen.

La ricerca è stata la prima a esaminare l'impatto dei vasi di terracotta sul colore, sul sapore e sull'odore dei vini romani antichi. Insieme alla dottoressa Paulina Komar dell’Università di Varsavia, Polonia, Van Limbergen ha comparato i dolia e gli attuali recipienti utilizzati per la produzione del vino moderno. In Georgia, venivano usati i qvevri, vasi in argilla che donavano alle bevande l'aspetto e il sapore distintivi. Trattandosi di una tecnica molto simile a quella utilizzata nell'Impero Romano, anche il risultato tra i due vini non si discosta molto. Il segreto dei recipienti georgiani è la base ristretta, che riduce il contatto tra le parti solide dell'uva con il vino in fermentazione, rendendolo più duraturo e aranciato.

L'argilla, a differenza degli attuali contenitori in metallo impiegati nella produzione del vino, conferisce ai vasi una certa porosità che permette l'ossidazione durante l'intera fase di fermentazione. Gli elevati minerali contenuti in questo materiale conferiva un gusto secco al palato, molto apprezzato dagli antichi Romani, che tramite il controllo costante, le opportune modifiche ai dolia e la conservazione adeguata, ottenevano risultati soddisfacenti.

Ti sarebbe piaciuto assaggiare i loro prodotti vinicoli? Se vuoi provare questa esperienza, ti basta sorseggiarne un vino georgiano!

Advertisement