Scoperta la possibile principale causa della perdita di udito negli anziani: il primo passo verso una cura

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di Gianmarco Bonomo

12 Gennaio 2024

Scoperta la possibile principale causa della perdita di udito negli anziani: il primo passo verso una cura
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La perdita dell’udito è uno dei fenomeni più comuni nelle persone anziane, e influisce enormemente sulla qualità della vita e delle interazioni. Al di là delle ricerche per ovviare a questo problema, come apparecchi acustici sempre più piccoli e potenti, molti scienziati si sono concentrati nella ricerca del perché. Insomma: cosa causa la perdita di udito negli anziani? Uno studio recente potrebbe aver trovato la risposta.

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Perdita di udito negli anziani: cosa sappiamo?

Perdita di udito negli anziani: cosa sappiamo?

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L’invecchiamento è un processo fisiologico inevitabile che porta al declino delle capacità psico-fisiche. Fra queste è frequente la perdita dell’udito, una condizione conosciuta come presbiacusia. Le cause sono diverse e possono spaziare dall’eccessivo rumore ai farmaci, dalle infiammazioni dell’orecchio all’otosclerosi, e così via. Da questo punto di vista, è essenziale una diagnosi precoce di qualsiasi condizione che possa riguardare l’orecchio, con controlli regolari a partire dai 65 anni.

Allo stesso tempo, da diversi anni i ricercatori cercano di analizzare le ragioni della perdita di udito negli anziani. Fra queste, risulta particolarmente interessante la perdita di elasticità delle cellule ciliate esterne che appartengono all’organo del Corti. Si tratta di cellule sensoriali dell’orecchio interno che, con l’invecchiamento, tendono a perdere elasticità. Ma perché?

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La ricerca sulle cellule ciliate esterne per comprendere la perdita dell’udito

La ricerca sulle cellule ciliate esterne per comprendere la perdita dell’udito

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Secondo una ricerca pubblicata su PLOS Biology, potrebbe sussistere una relazione tra la perdita di colesterolo nelle cellule ciliate esterne e la presbiacusia. In pratica, una diminuzione nei livelli di colesterolo nell’organo del Corti potrebbe contribuire alla perdita di elasticità che porta alla perdita dell’udito. Per confermare questa ipotesi, i ricercatori hanno condotto alcuni esperimenti sui topi, mediante un farmaco che ha provocato la perdita di colesterolo.

In seguito, è stata rilevata una minore capacità di allungamento delle cellule seguita da un deterioramento dell’udito. Ma questa era soltanto la pars destruens della ricerca, e così possiamo dire. Infatti, i ricercatori hanno poi somministrato ai topi dei fitosteroli, composti vegetali che possono svolgere nelle cellule la funzione del colesterolo. E che hanno migliorato le capacità uditive dei topi trattati.

Un nuovo farmaco per trattare la perdita di udito negli anziani?

Un nuovo farmaco per trattare la perdita di udito negli anziani?

Pexels

Con la perdita di udito negli anziani in aumento è essenziale la diagnosi precoce mediante controlli regolari, dicevamo. Allo stesso tempo, è importante condurre ricerche su eventuali trattamenti. Certo, la tecnologia moderna offre protesi acustiche di ultima generazione e impianti cocleari che vengono personalizzati per le esigenze individuali. Eppure, un trattamento che possa limitare gli effetti della presbiacusia e migliorare l’udito degli anziani sarebbe il vero obiettivo della ricerca medica. Per questa ragione, l’uso dei fitosteroli e i risultati rilevati nei topi costituiscono un incredibile primo passo nella giusta direzione. Una strada che punta non soltanto al miglioramento dell’udito quanto a una migliore qualità di vita.

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