Perché è impossibile farsi il solletico da soli?

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di Gianmarco Bonomo

13 Gennaio 2024

Perché è impossibile farsi il solletico da soli?
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Fare il solletico, uno scherzo diffuso fra bambini e non, è una di quelle forme di interazione che si possono soltanto fare a qualcun altro. Tutti sappiamo infatti che è impossibile farsi il solletico da soli, ma perché? A questa domanda, solo in apparenza superficiale, hanno tentato di rispondere diversi studi nel corso degli ultimi decenni. E con risultati sorprendenti.

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Stimolare il corpo per solleticare il cervello

Stimolare il corpo per solleticare il cervello

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Uno dei primi studi su solletico è stato condotto alla fine degli anni 90 dalla neuroscienziata Sarah-Jayne Blakemore della University College London. Blakemore ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per monitorare la reazione delle persone al solletico indotto da un’altra persona e al tentativo di farsi il solletico da soli. Nel primo caso, la ricercatrice ha rilevato come il solletico provocato da altri porti all’attivazione della corteccia somatosensoriale, responsabile del tatto, e della corteccia cingolata anteriore, che gestisce il controllo degli impulsi. Nel secondo caso, non c’era alcuna attivazione.

A conclusione dello studio, Blakemore ha ipotizzato che il cervelletto anticipi la sensazione del solletico quando siamo noi a procurarcelo. In questo modo blocca la reazione della corteccia somatosensoriale e, di conseguenza, il solletico stesso. Allo stesso tempo, le risposte potrebbero essere legate alla nostra evoluzione. La sensazione di solletico lieve, chiamata knismesi e indotto da un tocco leggerissimo, viene da lontano potrebbe avere lo scopo di liberarci dagli insetti che si posano sulla nostra pelle.

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Solleticare ed essere solleticati: oltre lo stimolo tattile

Solleticare ed essere solleticati: oltre lo stimolo tattile

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Più di recente i ricercatori sono tornati sul solletico, con un esperimento che ha coinvolto sei coppie di volontari. Anche in questo caso gli studi sono iniziati dimostrando che è impossibile farsi il solletico da soli, ma prendono in carico persino la confidenza fisica fra le coppie. Per esempio, nelle interazioni fra sconosciuti ansia e timidezza possono sopprimere la sensibilità al solletico, cosa che avviene meno frequentemente fra persone che si conoscono.

Durante gli esperimenti, rileva la ricerca, il tempo di reazione al solletico è stato in media di 300 millisecondi, mentre le reazioni vocali sono arrivate dopo altri 200 millisecondi. Questa semplice differenza ha suggerito ai ricercatori come il solletico coinvolga processi emotivi molto più complessi di uno stimolo tattile. Continuando il discorso sull’importanza evolutiva dei meccanismi sottesi al solletico, oltre alla knismesi è necessario menzionare anche la gargalesi. Si tratta del solletico dovuto alla pressione delle mani in alcune parti del corpo ed è esclusivo dell’uomo e dei primati. Insomma, è correlato ai meccanismi sociali del gioco.

Perché è impossibile farsi il solletico da soli?

Perché è impossibile farsi il solletico da soli?

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Secondo i ricercatori, è impossibile farsi il solletico da soli per via di un errore percettivo commesso dal nostro cervello. In pratica, prevede in modo accurato dove verrà toccato, impedendo di fatto la knismesi o la gargalesi auto-indotta. Michael Brecht, responsabile dello studio più recente, suggerisce l’importanza evolutiva di questa impossibilità: evitare risposte eccessive a stimoli “inutili” avrebbe senso nell’ottica di conservare le energie. Allo stesso tempo, lo studio di Blakemore suggerisce come non sia impossibile farsi il solletico da soli creando una sorta di ritardo, anche minimo, fra il gesto del solletico e il solletico stesso.

A questo proposito, risultano particolarmente interessanti gli studi di Jacob Hohwy della Monash University. Hohwy ha notato come sia possibile farsi il solletico da soli se si è convinti di essere in un corpo diverso. Studi come questo dimostrano che il cervello non prende mai la realtà “così com’è”, ma negozia di continua fra diverse istanze e poi ricava quella che noi chiamiamo realtà. In fondo, potremmo vedere in questo modo il solletico da soli: un tentativo di capire cosa è vero. E cosa no.

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