Cosa ci fanno dei fossili marini sul Monte Everest: la spiegazione scientifica

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di Gianmarco Bonomo

24 Dicembre 2023

Cosa ci fanno dei fossili marini sul Monte Everest: la spiegazione scientifica
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Il Monte Everest ha la cima più alta del nostro pianeta, con i suoi 8848,86 metri sul livello del mare. Eppure, anche sulla sua vetta sono stati ritrovati fossili di creature marine che risalgono a oltre 450 milioni di anni fa. Com’è possibile questa scoperta? Vediamo qual è la ragione dietro l’apparente paradosso, e perché tendiamo a trovare fossili marini in cima alle montagne.

Cos’è davvero un fossile?

Cos’è davvero un fossile?

Pexels

Per comprendere appieno il mistero dei fossili marini sul Monte Everest, è essenziale capire bene di cosa parliamo quando parliamo di fossili. Infatti, i fossili non riguardano soltanto i dinosauri, come potremmo essere portati a credere, ma un vasto spettro di resti o tracce di organismi che hanno popolato il nostro pianeta in epoche passate. Quindi possiamo avere un fossile appartenuto a un T-Rex, ma anche fossili di altre creature: ossa e denti, conchiglie ed escrementi, foglie e tronchi, spore e pollini.

Un fossile rappresenta quindi qualsiasi testimonianza tangibile di vita passata, ma non tutti i fossili sono il risultato del medesimo processo. Un mammut conservato nel permafrost è considerato un fossile, ma è diverso dall’impronta di un ominide di milioni di anni fa. Un insetto rimasto all’interno di ambra fossile non è uguale al fossile di un dinosauro.

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Come avviene la fossilizzazione?

Come avviene la fossilizzazione?

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Nel caso dei fossili sul Monte Everest, parliamo di fossili interi e di fossili in negativo, ossia costituiti in parte da “impronte” lasciate dall’organismo vivente. Ma come avviene la fossilizzazione? Bisogna chiarire innanzitutto che si tratta di un processo straordinariamente selettivo che in natura si verifica molto raramente. In pratica, meno dell’1% di tutte le specie che hanno abitato il nostro pianeta sono diventate fossili.

Per arrivare alla fossilizzazione di un organismo, è necessario che ci sia una sorta di equilibrio fra la conservazione e la decomposizione. Gli agenti biologici, chimici e fisici tentano di smantellare i tessuti molli, mentre parti come gusci e ossa tendono a logorarsi. Per diventare fossile, quindi, un organismo deve essere sottratto all’azione di questi agenti. Le sfide maggiori si presentano sulla terraferma, dove maggiore è l’erosione, mentre l’ambiente marino è più favorevole. I resti degli organismi infatti si depositano sul fondale e vengono quasi subito seppelliti sotto strati di sedimenti, che li preservano dalla decomposizione.

A questo punto, iniziano diversi processi chimico-fisici, conosciuti come processi diagenetici, che possono anche durare milioni di anni. La compattazione, la dissoluzione e la ricristallizzazione permettono di trasformare i resti organici e il sedimento circostante in fossili e rocce sedimentarie. In pratica, i fossili che osserviamo sono sì rocce, ma rocce particolari create in condizioni particolari.

Cosa ci fanno dei fossili marini sul Monte Everest?

Cosa ci fanno dei fossili marini sul Monte Everest?

tian yake/Flickr - CC BY-NC-ND 2.0 DEED

Per capire cosa ci fanno dei fossili marini sul Monte Everest, dobbiamo ricordare che l’ambiente marino offre condizioni più favorevoli alla fossilizzazione. In cima al monte più alto della Terra, sono stati trovati fossili di creature marine risalenti a oltre 450 milioni di anni fa, nel periodo Ordoviciano. Parliamo di trilobiti, brachiopodi, ostracodi e crinoidi incastonati nella roccia sedimentaria nota come Calcare di Qomolangma. Quindi i fossili si formano più facilmente in mare, ma perché sul Monte Everest?

Contrariamente alle speranze di alcuni, non si tratta di un diluvio universale o di fenomeni simili, anzi. La presenza di fossili marini sul Monte Everest sono una testimonianza eloquente della tettonica a placche. La catena dell’Himalaya si è formata infatti a causa della collisione fra la placca indiana e quella eurasiatica, un processo iniziato decine di milioni di anni fa. A causa di questo processo, la crosta continentale è stata sottoposta a forze di compressione ed è diventata più spessa. Il sollevamento risultante non ha soltanto creato l’Himalaya e il Tibet, ma ha anche portato fossili marini antichissimi a oltre 8000 metri sul livello del mare. Un vero e proprio acquario fossile, sul tetto del mondo.

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